L’AvaNposto Numero Zero ospita uno spettacolo divenuto ormai un classico della drammaturgia contemporanea. Sul palco del teatro di Via Sedile di Porto l’attore, regista, autore, poeta, filosofo e cantante Enzo Moscato porterà in scena «Compleanno», una delle opere più intense e rappresentative del suo repertorio.
Una produzione della Compagnia Teatrale di Enzo Moscato insieme con Casa del Contemporaneo. Le scene e i costumi sono di Tata Barbalato. La voce su chitarra è di Salvio Moscato. Organizzazione, Claudio Affinito.
Dedicato alla memoria di Annibale Ruccello, il giovane drammaturgo tragicamente scomparso nel 1980, il testo sviluppa il doppio tema incrociato dell’assenza e del delirio intesi come produzione di parole, suoni, visioni e gesti mirati a colmare il vuoto, l’inanità dell’esistenza. O del teatro. «Emotivamente, ho sempre “rifiutato” la morte di Ruccello.
L’ho rimossa, negata, sin dai primi istanti successivi alla incredibile, terribile notizia […] E questo rifiuto, questa rimozione, questa negazione del suo svanire fisicamente dal mondo e da questa città […] continua a persistere in me, ancora tuttora, con una caparbietà e una tenacia infantili che, sono certo, dureranno fino a che avrò respiro» ha scritto il Maestro Moscato che in omaggio all’amico scomparso, ha realizzato una specie di esercizio quotidiano del dolore, del controllo e di elaborazione della pulsione di morte, senza assumerne le condotte autodistruttive, ma sorridendone, in un ciclico ricorrere di affinità elettive e sconvolti, teneri ricordi.
Sul palco ci sono solo un tavolo, poche sedie, addobbi che rendono pomposo un ambiente disadorno; rose rosse finte, una bottiglia di modesto spumante già stappato, una coppa di metallo, diademi di stagnola, orecchini spaiati, rossetti inaciditi.
Un personaggio tristemente agghindato intesse un fitto monologo, condiviso a tratti con il pubblico, che alterna il dialogo solitario con un festeggiato che non arriverà mai, a quello con una parata di personaggi fantasmatici: una moltitudine di figure provenienti da galassie papiriche-tufacee, rigorosamente ‘Made in Naples’, ovvero ‘Babbilonia’.