In occasione della Conferenza internazionale del Kuwait per la ricostruzione dell’Iraq, UNICEF e UN-Habitat presentano la ricerca “Committing to Change – Securing the Future”, chiedendo urgenti investimenti per ripristinare le infrastrutture e i servizi di base per bambini e famiglie.
Questi i principali dati dell’indagine:
– In Iraq 1 bambino su 4 è in povertà
– Il 30% dei bambini iracheni nella fascia 0-5 anni soffre di malnutrizione cronica
– Dal 2014 si sono verificati 150 attacchi contro strutture educative e 50 attacchi a centri sanitari e a personale medico
– Nella sola Mosul oltre 21.400 case sono state danneggiate o distrutte
– Circa metà di tutte le scuole irachene avrebbe bisogno di riparazioni e più di 3 milioni di bambini hanno dovuto interrompere il proprio percorso scolastico
– Il 35% dei bambini iracheni non completa il ciclo dell’istruzione primaria
– Circa un milione di bambini hanno bisogno di supporto psico-sociale; 2.260 sono detenuti in Iraq, metà dei quali sono sospettati di essere stati utilizzati come bambini soldato
– Il 90% dei bambini a Mosul sono ancora traumatizzati a causa della morte di persone a loro care.
Sebbene la violenza si sia attenuata in Iraq, la vita di milioni di persone nel paese ne è rimasta sconvolta, lasciando un bambino su quattro in povertà e spingendo le famiglie a misure estreme per sopravvivere.
Senza investimenti per ripristinare le infrastrutture di base e i servizi per l’infanzia, i risultati faticosamente ottenuti per porre fine al conflitto sono a rischio.
“I bambini sono il futuro dell’Iraq” commenta Geert Cappelaere, Direttore dell’UNICEF per Medio Oriente e Nord Africa. “La Conferenza del Kuwait per l’Iraq che si tiene questa settimana è un’opportunità per i leader mondiali di dimostrare che siamo disposti a investire nei bambini e, di conseguenza, che siamo disposti a investire nella ricostruzione di un Iraq stabile“.
Quando le famiglie sfollate fanno ritorno alle proprie abitazioni spesso le trovano danneggiate e bisognose di rilevanti riparazioni. Questa circostanza si somma alla già storica penuria di abitazioni del paese.
Le famiglie più povere non hanno altra scelta che adattarsi a vivere nelle loro case in rovina, in condizioni pericolose per i bambini.
Alcuni tolgono da scuola i figli per mandarli a lavorare. E molti minorenni sono stati costretti a partecipare al conflitto.
“I bambini sono i soggetti colpiti più duramente quando c’è un conflitto. Il recupero urbano e la ricostruzione dell’Iraq dovrebbero essere la priorità, con finanziamenti adeguati” aggiunge Zena Ali Ahmad, Direttore di UN-Habitat per i paesi arabi.