Lo stato della ‘politica’ campana e, di riflesso, nazionale è ormai una rappresentazione pirandelliana. L’amaro in bocca resta, però, a tutti i cittadini!
Andiamo per ordine: il senatore Sergio De Gregorio, l’on. Sandra Lonardo Mastella; il senatore Nicola Cosentino. Tre personaggi politici di spicco campani e altrettanti casi giudiziari di enorme clamore. Per il presidente della Commissione Difesa di palazzo Madama la vicenda, tutta da definire, ruota intorno a un’ipotesi di riciclaggio per la quale l’esponente del Pdl era già stato iscritto nel registro degli indagati. I pm si erano visti respingere una prima richiesta dal gip ma ne hanno presentato un’altra. Il senatore Pdl si è difeso dicendo di essere “usurato”, cioè essere caduto, ignaro, vittima in un giro di usura per un prestito richiesto. Quindi si sposta davanti al Tribunale del Riesame lo scontro fra Procura e gip sulla richiesta di arresto avanzata nei confronti del senatore del Pdl. I pm Luigi Cannavale, Raffaello Falcone e Alessandro Milita, coordinati dal procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho, ipotizzano, invece, nei confronti del parlamentare il reato di riciclaggio con riferimento a rapporti di natura economica intercorsi fra il 2004 e il 2005 con il presunto contrabbandiere Rocco Cafiero e chiedono un´ordinanza di custodia in carcere. L´istanza però è stata respinta al primo esame dal gip Nicola Miraglia del Giudice. Giovi ricordare che il De Gregorio è lo stesso parlamentare che nella legislatura 2006-2008, dopo essere stato eletto con il centrosinistra cambiò schieramento andando a guidare la commissione Difesa del Senato. Lo stesso giudice Miraglia a sua volta può vantare un´esperienza parlamentare risalente alla legislatura 1996-2001, quando fu eletto con An e successivamente cambiò schieramento concludendo il mandato nelle file dell´Udeur. Oggi i PM impugnano l’atto del gip e rinnovano le richieste di custodia cutelare. Fine atto primo.
Il secondo atto si apre con quattro, i carabinieri che insieme a un ufficiale dell’Arma hanno suonato alla porta della famiglia Mastella a Ceppaloni, in provincia di Benevento. Sandra Lonardo è la destinataria del provvedimento di divieto di dimora nella città di Napoli, che gli è stato recapitato dai militari nell’ambito dell’inchiesta su assunzioni e appalti, un filone d’indagine relativo alle attività dell’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.Coinvolti sia Clemente Mastella che la moglie Sandra Lonardo. Truffe, falsi, abusi di ufficio, turbative d’asta e concussioni commessi nell’ambito della gestione di appalti pubblici, concorsi finalizzati all’assunzione di personale ed affidamento di incarichi professionali nella Pubblica Amministrazione. Il provvedimento di divieto riguarda la città dove si svolge l’attività istituzionale della Lonardo, in qualità di presidente dell’Assemblea Regionale. Non sono soli i Mastella però, sono 63 gli indagati tra politici, dirigenti della Pubblica amministrazione, professionisti ed imprenditori campani coinvolti nell’operazione congiunta condotta dai comandi provinciali dei carabinieri di Caserta e della Guardia di Finanza di Napoli su appalti e assunzioni. Sono coinvolti nell’inchiesta, secondo quanto si è appreso, anche il consuocero di Mastella, Carlo Camilleri, che è anche segretario generale dell’Autorità di Bacino sinistra Sele, l’ex direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Campagnia (Arpac), Luciano Capobianco, e il consigliere regionale dell’Udeur Campania, Nicola Ferraro, già coinvolto in passato in un’altra vicenda giudiziaria e l’ex presidente della Regione Campania, fino a qualche tempo fa segretario regionale dell’Udeur, Antonio Fantini. Fine atto secondo.
Il terzo atto ha un tenore più farsesco: il coordinatore regionale Nicola Cosentino, la cui nomina a candidato per la poltrona di governatore ha subito un grave stop, decide di presentare un esposto in Procura contro il suo avversario di partito, Alfredo Vito,( ex mistyer 100000 preferenze e reo confesso tangentista della prima repubblica) “reo” di avere previsto «brutte sorprese giudiziarie» per lui e di avere pubblicamente espresso l´inopportunità politica di una tale scelta. Cala il momentaneo silenzio sul fronte di parlamentari e consiglieri fedeli all´asse Cosentino-Cesaro. Esplode il caso Campania, arricchito di indiscrezioni vecchie e nuove sull´inchiesta cui è sottoposto il sottosegretario all´Economia. Per Cosentino, iscritto nel registro degli indagati con l´ipotesi di presunte collusioni con il clan dei casalesi, la Procura avrebbe infatti inoltrato richiesta di provvedimenti cautelari, che da mesi sono affidate alle valutazioni dell´ufficio gip di Napoli. Il ragionamento di Cosentino è lineare: se Vito dice il falso e non c´è nulla contro il coordinatore, lo ha calunniato; se invece l´inchiesta c´è, come è ormai acquisito, e se c´è anche la richiesta di qualche misura da parte dei pm antimafia, allora Vito si è reso responsabile di una violazione dei segreti d´ufficio. Risponde Vito: «E un´iniziativa che non mi preoccupa minimamente.
L’epilogo quale sarà ? Ci sarà il colpo di scena finale o bisogna dare fiato solo al “coro e al pianto greco”?