Domande e curiosità al direttore della scuola di comix di Napoli Mario Punzo
Come è nata la scuola di comix?
La scuola di comix di Napoli è nata per iniziativa di tre persone, mia ovviamente, di Daniele Bigliardo che attualmente è un disegnatore della Sergio Bonelli e di Arturo Picca che è un copertinista e illustratore che vive a Milano, e cura le copertine di fantascienza per Mondadori, Enaudi e tante altre case editrici prestigiose. Nasce nel 94, quindi sono già quindici anni che la scuola esiste. Nasce all’inizio come studio, quindi non proprio come scuola, nasce per l’esigenza di avere un luogo comune per poter disegnare assieme. Poi le richieste dei ragazzi desiderosi di imparare man mano sono così aumentate, che nel secondo anno di vita lo studio si trasforma in scuola. Ma con l’idea: “facciamo un corso giusto per pagarci le speseâ€. Il Primo anno eravamo una quindicina di persone, il secondo si era giunti già alle quaranta unità ed il terzo ad ottanta cosi man mano si e iniziata a strutturare una scuola a tutti gli effetti.
Quale stagione attraversa il fumetto italiano?
Intanto identifichiamo il termine fumetto italiano, che è rappresentato da una certa percentuale dalla Sergio Bonelli. Questa casa editrice è il riferimento principale del fumetto italiano, il che è vero fino ad un certo punto, perché parallelamente alla Sergio Bonelli ci sono delle iniziative, attualmente ancora piccole, ma che ambiscono ad un livello più internazionale. Esiste anche un area che si sta muovendo a piccoli passi, ma in maniera continuativa, che è il fumetto d’autore la così detta graphic novelnovel, che è un fenomeno ancora di nicchia ma interessante perché è un tipo di settore che facilmente trova mercato a livello internazionale. Quindi il fumetto italiano ha sempre come suoi pilastri la Sergio Bonelli e la Disney con altre realtà forti come l’eura e la panini, anche se negli ultimi anni ho notato la rinascita di un fumetto italiano che nasce nel nostro paese ma che reclama una valenza più internazionale. Questa cosa la ritengo molto interessante poi oggi sta diventando sempre più difficile distinguere il fumetto italiano dal francese o dall’americano nel senso che stiamo assistendo ad un fenomeno di collaborazione da parte di disegnatori italiani in genere con il mercato francese. Attualmente a Napoli i disegnatori professionisti lavorano tutti oltre che in Italia anche per la Francia e anche per l’America. Quindi parlare di fumetto italiano è corretto fino ad un certo punto, visto che il fumetto oggi tende come ogni altra forma d’arte ad avere una valenza più internazionale. Quindi direi che nonostante le difficoltà in nostro fumetto viva una stagione tranquilla e di grande creatività .