Una delle domande che ci si è posti, in questo momento così importante per il nostro Paese, è: come viene eletto il Presidente della Repubblica? Alla prassi costituzionale si è aggiunta l’enorme “fastidio” del Covid.
Come viene eletto il presidente della Repubblica: le basi
Lunedì 24 gennaio abbiamo avuto la prima votazione per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. Parliamo di uno degli eventi più importanti della politica italiana, di cui si discute ormai da settimane. Essendo un passaggio istituzionale che avviene di norma ogni sette anni, per arrivarci preparati è utile ripassare le basi: la costituzione.
I grandi elettori
Partiamo dalla costituzione e per la precisione dall’articolo 84:
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri [cfr. artt. 55 c.2, 85].
All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione [cfr. art. 85 c.2] eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato [cfr. II].
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.
L’elezione del presidente della Repubblica è indiretta, il che significa che non sono i cittadini e le cittadine a partecipare ma i loro rappresentanti. In questo caso, parliamo di una platea di cosiddetti “grandi elettori” composta da tutti i parlamentari più 58 delegati regionali scelti dai consigli di tutte le Regioni, tre per ciascuna più uno per la Valle d’Aosta. In totale i grandi elettori sono 1.009, chiamati a votare in una seduta comune del Parlamento.
Il Covid
Normalmente votano insieme e nello stesso momento, ma per questa serie di votazioni le regole saranno diverse per via della pandemia. Ci sarà un solo scrutinio al giorno – mentre in passato capitava che se ne facessero due – a partire dalle 15. I grandi elettori voteranno divisi per fasce orarie e in ordine alfabetico, in gruppi di non più di cinquanta persone, in modo da permettere la sanificazione delle cabine e delle superfici tra un gruppo e l’altro. Si parte dai senatori a vita, poi i senatori, i deputati e infine i delegati regionali.
Prima di ogni scrutinio verrà effettuata una chiama, cioè in sostanza un appello per verificare le presenze e contemporaneamente chiamare al voto. Poi se ne farà una seconda per chi non era presente alla prima.
Il voto è segreto e fino alla scorsa elezione, quella del 2015 in cui venne eletto Sergio Mattarella, si votava all’interno di grosse cabine tendate detti catafalchi, per poi uscire e inserire la scheda nella cesta apposita (detta anche insalatiera).
Sempre per ragioni sanitarie, solo in occasione di questa votazione, i catafalchi sono stati sostituiti da cabine che facilitano la circolazione dell’aria ma soprattutto la sanificazione.