Viaggiare non è mai stato cosi semplice come adesso, grazie ai viaggi virtuali. Una sorta di tour guidati capaci di portarti nei luoghi più lontani con solo un click.
Il mondo oggi può essere davvero a portata di mano, grazie alla tecnologia che accorcia le distanze, se ci si affida a dei professionisti, si riesce ad avere una resa del viaggio incredibile. Carla Diamanti docente universitaria, giornalista e travel coach, ha fondato la startup Safar con Carla che consente a chiunque di viaggiare per mete lontanissime, senza muoversi dal proprio divano.
Carla ci racconta come accade la magia, travolgendoci in questa intervista con la sua grinta e soprattutto con la sua grande passione: il viaggio.
Oltre ad essere una grande appassionata di viaggi nella vita sei una docente universitaria, ci racconti cosa insegni, dove e come si collega il tuo lavoro da docente con la tua passione per i viaggi ?
I viaggi sono certamente una passione ma da molti anni sono diventati anche e soprattutto una professione. Declinata in vari modi, dal giornalismo all’accompagnamento di gruppi (centinaia!) come tour leader, dalla progettazione di percorsi per privati e professionisti all’insegnamento.
La mia carriera di docente è cominciata tanto tempo fa con i primi corsi di formazione che organizzavo e dirigevo per preparare gli aspiranti accompagnatori turisticia conseguire il patentino, cioè l’autorizzazione per esercitare la professione. Oggi offro anche lezioni individuali per chi vuole diventare travel designer e tengo corsi sulla programmazione e sulla comunicazione turistica per agenti di viaggi.
Dal 2008 insegno all’Università di Torino presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne. Si tratta di un incarico di cui sono molto orgogliosa che svolgo in modo duplice. Ho un Laboratorio curricolare che dura un intero semestre e che si focalizza sulla storia del turismo, sull’analisi del mercato turistico, sulle dinamiche dei percorsi e sui linguaggi del turismo. La parte più entusiasmante è quella in cui gli studenti imparano ad analizzare un territorio e a progettare un itinerario di viaggio. E poi sono titolare del corso di Cultura del Viaggio nel Master di Progettazione e Organizzazione del Territorio, presso lo stesso Dipartimento.
Inoltre, svolgo lezioni puntuali per altri centri specializzati e, da qualche tempo, insegno Turismo anche presso lo IED (Istituto Europeo di Design) per il quale sono coordinatrice e organizzatrice di un Master internazionale sul Design di viaggio.
Insegnare mi da modo di offrire agli studenti un nuovo punto di vista: quello della tecnica, della teoria, della pratica, dell’approfondimento, dell’esperienza. Insomma, della professionalità che in un settore come quello dei viaggi è un bene sempre più raro, vittima dell’approssimazione di chiunque pensi di poter dare consigli per il solo fatto di aver visitato un luogo.
Tu sei una travel coach, in cosa consiste questa figura ?
Mi rifaccio a quanto ho appena detto: un coach è qualcuno che allena ma che soprattutto è allenato per farlo. Insomma, deve essere un professionista riconosciuto.
In concreto, aiuto le persone ad andare incontro ai luoghi, cioè le assisto nel percorso di scelta di una meta, guidandole nelle letture, nella scoperta, preparandole nel modo migliore. Prima di tutto chiarendo i pro e i contro (sì, c’è chi è indeciso oppure sceglie un viaggio senza avere effettivamente conoscenza delle eventuali difficoltà), poi passando alla fase più operativa e creativa: seleziono i luoghi, progetto il percorso più adeguato in base ai tempi, al budget, alla stagione, alle aspettative e alle condizioni fisiche.
Partire per un viaggio significa fare un investimento di tempo, energie, denaro. Bisogna ponderare modi e tempi, per ottimizzare la vacanza e fare in modo che tutto funzioni perfettamente.
Il mio lavoro si rivolge sia a viaggiatori individuali che ad agenti di viaggi che aiuto a progettare cataloghi, linee di viaggio e per i quali disegno itinerari che abbiano qualcosa di speciale anche per luoghi conosciuti.
Hai ideato una startup direi unica al mondo, di cosa si occupa Safar Tour ci racconti di più ?
Safar con Carla è un modo per permettere di viaggiare a chiunque non possa muoversi. Non solo in epoca di Covid ma sempre: viaggiare richiede impegno, buone gambe e ottimi mezzi. C’è chi ne è sprovvisto, ci sono le coppie con bambini piccoli e chi non può allontanarsi da genitori anziani.
Ci sono persone che hanno problemi di salute e ragazze e ragazzi che devono andare a scuola e non sono ancora indipendenti. Safar è un’idea partita durante il lockdown ma che oggi continua a portare le persone in giro per il mondo senza farle uscire di casa. O dalle aule. O dalle case di riposo.
Come è nata questa idea, cosa ti ha spinto a creare dei viaggi virtuali ?
Safar è nata dall’amore per le persone che si sentivano bloccate dalla pandemia e dei tanti amici che fanno le guide in luoghi in cui lo stop ai viaggi si è tradotto nella totale assenza di introiti.
Così, insieme all’amica Anita Molino, abbiamo cercato un modo per consentire alle persone di viaggiare da casa ma immergendosi davvero nella vita e nelle strade di città lontane, grazie alle guide locali, che così hanno ricominciato a lavorare.
Con il loro cellulare ci accompagnano in diretta per un’ora e mezza nel cuore di Samarcanda, di Kyoto, di Petra, persino di Damasco. Un viaggio vero, proprio come succede quando si parte: al percorso studiato si aggiungono gli imprevisti, gli incontri, la luce che cambia, le feste locali. Abbiamo vissuto il Cairo a Ramadan, Gerusalemme durante Succot. Ci sono anche gli imprevisti dei collegamenti internet, la rete che talvolta è sovraccarica: ma questo è il bello della diretta e racchiude lo spirito del viaggio.
Quali sono le mete piu ambite dai viaggiatori che si sono affidati ai tuoi tour?
Gerusalemme è la meta più gettonata. Ma tutte i nostri tour sono molto apprezzati, da Samarcanda al Cairo, da Petra a Kyoto. Andiamo anche in Iran e a Damasco, dove ogni Safar è un’emozione grandissima. Non soltanto per l’esperienza straordinaria di essere in un posto in cui nessuno può andare ma anche perché finalmente Walid, la nostra guida locale, dopo oltre dieci anni ha potuto ricominciare ad accompagnare un gruppo di viaggiatori anche se virtuali.
Rischiando in prima persona perché girare con un telefono in presa diretta può essere sanzionato pesantemente.
I nostri viaggiatori virtuali sono talmente contenti che tornano più volte nello stesso luogo e ormai conoscono le nostre guide come fossero amici. Così come lo sono per me.
Qual è il target di persone che decide di viaggiare virtualmente con voi ?
Molto vario: ci sono viaggiatori incalliti, studenti, persone che hanno difficoltà a muoversi di casa, giovani, meno giovani, gruppi di amici, coppie, singoli.
Adesso arrivano anche i tour operator e gli enti del turismo, che con Safar hanno scoperto un nuovo modo per promuovere viaggi e destinazioni.
Chiunque siano i partecipanti, io li aspetto il giorno e l’ora di inizio del Safar proprio come faccio con le persone che incontro in aeroporto e che accompagno per tutto il viaggio. Adoro mettere le persone a proprio agio in qualunque parte del mondo decidano di andare. Con Safar è la stessa cosa e ricreo lo stesso spirito di gruppo. Bellissimo
Sei stata in tutti i luoghi che hai visitato virtualmente ?
Sì, tantissime volte. Oltre alla Giordania, dove viaggio molto di frequente da 30 anni, anche le altre mete di Safar le considero come casa e infatti nella scelta delle destinazioni sono partita proprio da questo: luoghi in cui le guide locali sono amici con cui ho un’intesa lavorativa e a cui ho voluto dare una mano in un periodo difficile.
Qual è il tuo luogo del cuore ?
Se proprio dovessi sceglierne uno, direi il deserto di Wadi Rum, in Giordania. Mi piacciono i deserti e mi piace lasciarmi sopraffare dalla grandezza della natura ma adoro anche osservare le persone nella loro vita quotidiana e cercare di cogliere le sfumature culturali che ci rendono tutti diversi e tutti speciali.
Quali sono i valori che muovono una donna cosi intraprendete come te, so che nella vita oltre ad essere una docente universitaria, una travel coach, una viaggiatrice instancabile sei anche una giornalista, quali altri progetti hai in mente ?
Il valore più importante è il rispetto. Vale per ogni circostanza, certo. Ma quando si viaggia vale ancora di più perché lo spirito del viaggio vuole proprio che ci si spogli dei nostri panni per indossare quelli degli altri.
Osservare, confrontarci, lasciarci sorprendere delle differenze esercitandoci a uscire dal nostro punto di vista, dalla nostra confort zone: credo che il segreto sia tutto qui.