Le sale da gioco fanno ormai parte della cultura popolare, tanto che negli anni hanno influenzato facilmente anche il mondo del cinema o della musica, con frequenti citazioni. Le origini del gioco d’azzardo si dovrebbero addirittura agli antichi greci, ma c’è chi le attribuisce alla Cina. Erano soprattutto i giochi di dadi ad andare per la maggiore, ma considerando le ingenti somme di denaro che iniziarono a circolare tra chi praticava gioco d’azzardo, lo stesso veniva considerato illegale e per diversi secoli veniva praticato di fatto di nascosto. Nacquero dunque le prime bische e solo nel XVII secolo la situazione è cambiata in Italia.
A Venezia, nella Ca’ Vendramin, fu istituita infatti quella che oggi è nota come la casa da gioco più antica del mondo. Solo in pochi potevano accedervi e potevano indossare tranquillamente delle maschere per rimanere anonimi, nonostante il gioco fosse divenuto a tutti gli effetti legale. Nel 1774, però, l’edificio andò incontro alla chiusura in quanto andava eccessivamente contro l’etica locale.
Le prime sale italiane che poterono riaprire tranquillamente furono dunque quelle del Casinò di Sanremo, nel 1905. Si trattava di una vera e propria novità per l’epoca e gli stessi addetti ai lavori non erano pratici nella gestione. Le sale venivano utilizzate anche per semplici ricevimenti e molti inservienti furono ingaggiati da altri Paesi, in cui i casinò avevano iniziato a proliferare senza troppi intoppi, a partire dal Belgio, per poi arrivare in Francia, in Germania e in Olanda. Le sale divennero fonte di attrazione anche per il turismo.
Anche al Casinò di Campione d’Italia, fondato nel 1971, si deve gran parte della tradizione nostrana legata al gioco d’azzardo. L’edificio è stato rimesso a nuovo alcuni anni fa e attualmente si compone di 9 piani. Tra le principali sale da gioco italiane bisogna citare anche il Casinò di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta: l’apertura risale esattamente 100 anni fa e lo scopo era quello di favorire i lavori di ricostruzione sul territorio dopo la prima guerra mondiale. Si tratta del casinò più grande del Paese, con centinaia di giochi e slot. Oggi, però, buona parte del folklore relativo ai casinò è andato scemando, complice l’insorgere delle piattaforme di gambling online, che hanno soppiantato quasi del tutto le sale vere e proprie. Il Casinò di Saint-Vincent ha rischiato anche il fallimento e in generale la situazione delle sale fisiche non è delle più rosee. Al momento, non ci sono certezze per il futuro.
Invero, le offerte dei casinò italiani non sono mai state al passo di quelli stranieri, specie se americani. La situazione è mutata con l’avvento della rete, ma la percentuale di vincita nei giochi d’azzardo rimane alla fin fine sempre la stessa, a dispetto delle tante leggende metropolitane che vogliono individuare a tutti i costi qualche vantaggio in determinati tipi di giochi o di sale. Molto probabilmente, nei prossimi anni non si assisterà alla nascita di nuovi casinò italiani, anche perché le concessioni sono state ridotte sensibilmente e la lotta alla ludopatia si sta rendendo giustamente sempre più serrata. Ciononostante, all’estero i casinò dello Stivale continuano a godere di una buona reputazione e, in particolare, i croupier italiani sarebbero ancora oggi i più richiesti sul mercato.