Tra un mese esatto sarà Natale. Per alcuni questa parola fa rima con pranzi e cene in famiglia, regali da acquistare, per altri con più tempo in compagnia del partner violento. Non a caso le settimane a ridosso del Natale sono quelle nelle quali aumentano le ricerche su Google di case-famiglia che ospitano donne vittime di violenze e i loro figli. Oggi, 25 novembre, invece, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: la ventiduesima da quando è stata istituita, la seconda in tempi di pandemia. Una giornata a (quasi) chiusura di un anno che conferma il trend ascendente dei femminicidi mentre in Parlamento il tema del contrasto alla violenza sulle donne non sembra degno di interesse. Cosa significa dire no alla violenza sulle donne nel 2021?
Un po’ di numeri dalla polizia..
L’ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale visibile sul sito del ministero dell’Interno riferisce che in questi 11 mesi del 2021 sono state 103 le donne uccise. Di queste, 87 in ambito familiare e affettivo, 60 dal partner o ex partner. I numeri parlano di una ripresa del trend (lo scorso anno nello stesso periodo le donne uccise erano state 100) anche se non siamo tornati ai livelli del 2018 che, con i suoi 141 femminicidi, resta l’anno nero da questo punto di vista. Altri dati che ci raccontano cosa c’è dietro il fenomeno della violenza sulle donne sono quelli di Semrush. La piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online ha analizzato milioni di ricerche fatte online dagli utenti in Italia nell’ultimo anno.
Mozione contro la violenza sulle donne, in otto, alla presenza della ministra @elenabonetti (così si fa). Lunedì, quello che vi pare. No
— nomfup (@nomfup) November 22, 2021
… e dal web
Negli ultimi 12 mesi, le ricerche relative al numero antiviolenza per le donne, il 1522, sono aumentate del 127%. Oltre che nel mese di novembre, le ricerche si sono concentrate nel mese di marzo arrivando a quota 1.300. Vale a dire 42 ricerche al giorno contro le 23 che rappresentano la media annuale. Le ricerche relative alle case-famiglia per donne vittime di violenze si concentrano nel periodo a cavallo del Natale (910 sono le ricerche effettuate da novembre 2020 a febbraio 2021). Altro tema di ricerca sul web è la Legge 69/2019 che tutela le vittime di violenza consentendo loro di allontanarsi dal soggetto violento. L’analisi di Semrush dice che la legge è stata cercata sul web 2.325 volte al mese (+19% rispetto all’anno precedente) con picchi di 4.400 ricerche nel mese di novembre; da dicembre 2020 a giugno 2021, invece, la media si è mantenuta sulle 2.400 ricerche al mese. Significativo anche l’aumento delle ricerche relative a corsi di autodifesa femminile (+156%) rispetto allo scorso anno.
No alla violenza sulle donne: le iniziative del 2021
Se i numeri appena citati sono in costante aumento, quelli raggiunti a Montecitorio non più di due giorni fa testimoniano un trend contrario. Lunedì 22 novembre, appunto, alla presentazione della mozione contro la violenza sulle donne presentata dalla ministra Elena Bonetti, in aula i presenti erano 8, così come denunciato dal deputato PD Filippo Sensi in un suo tweet. E’ chiaro dunque che la politica a livello centrale si è dimostrata poco sensibile nei confronti di quella che è una vera piaga sociale. Contrariamente alla politica locale pronta a supportare l’associazionismo e l’arte che oggi si prodigheranno in quella instancabile azione di sensibilizzazione che si spera porti i suoi frutti con le giovani generazioni. A Milano, per esempio, il palinsesto dei maxi impianti Urban Vision sparsi per la città proporrà un video realizzato nell’ambito del progetto “Il luogo più pericoloso”. L’opera “Il luogo più pericoloso” si concretizza in una serie di piatti da cucina in ceramica, decorati con frasi generalmente usate dai soggetti violenti per minimizzare il loro gesto. I piatti in ceramica diventano così il simbolo di una tragedia che si consuma in tante case italiane e che, come abbiamo visto, spesso non si ferma neanche nella Notte santa.
In copertina foto da Pixabay