Tra crisi e politiche di austerity il panorama economico italiano, nonchè europeo è a dir poco allarmante, tanto da parlare di catastrofe globale. Ma come reagiscono gli italiani?
La risposta è nelle lunghe file ai discount, ma anche nel consumo critico che cresce e propende sempre più per il BIO che in Italia sembra non conoscere crisi. Come infatti ha rilevato Naomisma su incarico di BolognaFiere ed in collaborazione con Federbio in occasione del salone Sana a Bologna, nel 2014 il 59% dei consumatori ha comprato “naturale”, confermando il trend positivo del made in Italy degli ultimi tre anni.
Ed è proprio quando si stenta ad arrivare a fine mese che cresce la consapevolezza di chi compra; parliamo di consumatori disorientati, che in molti casi scelgono se andare dal medico o andare a far la spesa, come infatti ha evidenziato il rapporto Censis 2014 il 31% delle famiglie ha dovuto rinunciare almeno una volta negli ultimi due anni a visite specialistiche, a esami diagnostici o a cicli di riabilitazione, in più, il 72% delle famiglie dichiara che oggi avrebbe difficoltà se dovesse affrontare spese mediche particolarmente impegnative dal punto di vista economico.
Il potere d’acquisto delle famiglie e la frenata dei consumi ha dunque modificato la vita degli italiani. L’Istat, infatti, segnala che il reddito medio degli italiani è sceso a quota 29.956 euro su base annua (pari a 2.496 euro al mese), ma questa cifra precipita del 28% in Sicilia, dove la metà delle famiglie vive con 1.484 euro al mese. Una realtà a cui poco è servito il bonus tanto discusso degli 80 euro.
Una congiuntura economica sfavorevole, da dove però nascono consapevolezza e consumo critico. In questo scenario infatti la scelta del pubblico ricade su due settori: alimentazione e tecnologia che non conoscono crisi. Il consumatore sceglie nuove strade che sono in questo caso quelle che fanno risparmiare, ma anche quelle che puntano alla glocalizzazione, sono ormai 100.00 le famiglie che scelgono di acquistare attraverso i gruppi di acquisto solidale o mercati a chilometro zero, con un risparmio attorno al 20%.
La categoria su cui ricade il maggiore interesse è quella dei prodotti ortofrutticoli freschi. Oltre il 70% dichiara di aver acquistato frutta e verdura a marchio bio in almeno una occasione negli ultimi 12 mesi: uova (57%), yogurt (50%), olio extra vergine d’oliva (49%), marmellate (45%), miele (35%). Importante è la penetrazione del vino (22%).
Ma le iniziative per risparmiare nascono anche nel settore automobilistico quali quelle del carsharing, e cioè la condivisione dell’auto da parte di più persone che si spostano in città, iniziativa che si sta diffondendo un pò in tutta Italia, ad esempio a Milano almeno 200.000 persone utilizzano questo servizio. Ma anche sulle lunghe distanze ci si sta organizzando allo stesso modo e le alternative offerte in rete sono molteplici quali ad esempio Blablacar e Carpooling.