“È come avere la vista di Superman”. “Ci si sente come chi è approdato per la prima volta sulla Luna”. Queste due metafore sono state usate dai neurochirurghi che hanno avuto la possibilità di assistere a un’operazione sperimentale condotta al Lenox Hill Hospital di Manhattan. Un’operazione che ha avuto come protagonista uno strumento, l’Orbeye, che come scrive il New York Times “trasforma la neurochirurgia in una spedizione coinvolgente e vertiginosa all’interno del cervello umano”.
L’ospedale di New York è stato il primo, in America, ad aver acquistato questo videomicroscopio di ultima generazione e a dotare un’equipe di una tecnologia all’avanguardia dove “le forbici e il bisturi sembravano grandi come bastoni da hockey” e dove tutti indossano sofisticati occhiali 3D.
Cosa fa l’Orbeye
Il videomicroscopio, prodotto da Somed, una joint venture tra Olympus e Sony, è in grado di produrre immagini digitali tridimensionali, ingrandite e ad alta risoluzione, su un monitor da 55 pollici. Consente a chiunque sia presente nella stanza di vedere esattamente quello che sta vedendo il chirurgo. Rispetto alle apparecchiature standard è più piccolo e manovrabile e fornisce una illuminazione di migliore qualità. Evita cioè che i chirurghi ruotino e sollevino il collo per vedere quelle parti del cervello più difficili da inquadrare limitando quelle sofferenze fisiche che colpiscono chi è costretto a operazioni lunghe e faticose. Inoltre è talmente facile da indossare che “si infila come un preservativo”. Almeno a quanto dice David J. Langer, responsabile del reparto di neurochirurgia, e autore dell’operazione raccontata dal Times.
Il primo paziente dell’Orbeye: un peperone rosso
Charles L. Branch, primario di neurochirurgia al Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem, altro centro coinvolto in questi test, ha raccontato come il suo primo paziente fosse un peperone rosso a cui si è cercato di asportare tutti i semi attraverso un piccolo buco creato sulla superficie esterna. Successivamente ha testato il videomicroscopio su oltre 20 pazienti che necessitavano di un intervento alla colonna vertebrale. “Era come avere una lattina di Coca-Cola su un bastone alle mie spalle. Facile da spostare e da usare con alcune inclinazioni impossibili per un semplice microscopio”.
Una rivoluzione per l’insegnamento
Oltre a migliorare le condizioni di lavoro, l’Orbeye è uno strumento importante anche per insegnare quello che è, a tutti gli effetti, uno dei mestieri più difficili al mondo. “Ai miei studenti ho detto che farà comprendere loro il motivo vero per cui hanno scelto di entrare in neurochirurgia. Ho provato questo la prima volta che l’ho usato”. Mostrare ciò che viene fatto, passo dopo passo, in uno schermo ad alta risoluzione e senza disturbare il chirurgo al lavoro, è un’opportunità incredibile per chi sta affinando tecniche e acquisendo esperienza.
Quanto costa?
Il costo, secondo la Olympus, sarà simile a quella di un microscopio chirurgico standard: tra i 200mila e il milione di dollari. Il prodotto acquistato dall’ospedale newyorchese, ad esempio, è venuto a costare circa 400mila dollari. Ma non si tratta di una tecnologia esclusiva. Secondo il giornale americano altre compagnie sono pronte a lanciare varianti simili nel mercato nei prossimi anni. Quel che è certo, però, è che siamo di fronte a una tecnologia, quella del 3D, che ha trovato una delle sue applicazioni più importanti: la possibilità concreta di salvare, o migliorare, la vita di moltissime persone.