Il tasso di disoccupazione giovanile non si schioda da uno sconfortante39,2% e “cercarsi un lavoro” oggi sembra più che mai una leggenda o un’idea dello scorso secolo.
Neppure la laurea è più una garanzia, né di occupazione, né di stipendio decente, basta pensare che tra i giovani il tasso dei sovraistruiti (in possesso di un titolo di studio superiore rispetto al lavoro che fanno) è triplo rispetto a quello degli adulti. Ma le cose si muovono e, se il lavoro non c’è, lo s’inventa.
L’imprenditoria giovanile ci sta offrendo infatti esempi di dinamismo e creatività interessantissimi.
Molti partono da quello che c’è come le passioni personali e la capacità di cogliere i nuovi bisogni, soprattutto con l’idea di creare start up leggere, che necessitino di poco investimento iniziale, di poco magazzino, di poco personale e che possa essere gestito con le proprie forze.
Straordinarie in questo senso le nuove iniziative imprenditoriali legate allo Street Food, settore sempre vivo e effervescente.
Qualche esempio? Ecco Bufala Punto Eat, il primo Street Food in franchising. L’idea, geniale, è quella della vendita di prodotti freschissimi del Cilento, sfiziosi stuzzichini con bocconcini di mozzarella, yogurt, bresaola, salumi e formaggi stagionati, tutti rigorosamente di bufala, portati in Ape Car proprio là dove i clienti sono soliti risiedere: fuori dagli uffici o dalle scuole all’ora di pranzo, fuori dalle discoteche o all’uscita dei concerti.
Per chi non sa da che parte cominciare a costruirsi una professione avviando una start up, un franchising come Bufala Punto Eat, all’insegna della semplicità e del basso investimento d’ingresso, potrebbe essere una soluzione brillante.