Coltivare vigneti senza ricorre all’uso di pesticidi è una vera e propria sfida per i tempi attuali. Parliamo infatti di una pianta, la vite, tra le più delicate, naturalmente esposta all’attacco di parassiti, funghi di diverse specie. Si pensi che agli inizi del Novecento, attacchi ravvicinati di oidio e di filossera cancellarono alcune varietà del vitigno europeo mentre le altre ne uscirono sensibilmente impoverite. La flavescenza dorata e la peronospora sono i due parassiti che nei prossimi anni saranno sotto la lente d’ingrandimento di un progetto proposto da Tenute Tomasella e sostenuto dal C.R.E.A.. Nei prossimi sei anni presso la tenuta del trevigiano si monitorerà la resistenza a questi due parassiti sia da parte di varietà autoctone di viti sia di nuove varietà. Simone Proietti, enologo presso Tenute Tomasella, ci ha illustrato i dettagli del progetto.
Simone Proietti, quali saranno gli obiettivi del progetto che sarà attuato in collaborazione con C.R.E.A.?
Ampliamento ampelografico e nuove varietà. L’ampelografia è la disciplina che studia e classifica le varietà dei vitigni (n.d.r.).
Perché tali obiettivi sono così importanti?
L’ampliamento ampelografico sarà importante in riferimento al cambiamento climatico, l’innalzamento delle temperature porta ad anticipare la maturazione delle uve nei periodi più caldi dell’estate, quando la pianta è in situazione di difesa verso il caldo. La scelta di utilizzare varietà tardive consente di poter posticipare la vendemmia al mese inoltrato di settembre con un clima meno ostile. Le varietà tardive sono importanti sempre in ambito ambientale per poter contrastare la Peronospora e l’Oidio utilizzando il minor numero di prodotti chimici possibile e riducendo così l’inquinamento dei terreni.
Quali saranno gli step della sperimentazione?
Da adesso, per le prossime 3 campagne ci sarà solo l’allevamento della vigna, quindi si alleverà la pianta per darle la forma finale (sistema di allevamento), dal 3°/4° anno in poi e per 6 annualità verranno effettuate micro vinificazioni dalle quali si capirà il risultato enologico e l’adeguatezza o meno alla coltivazione di queste varietà nel nostro territorio Veneto. Sarà il CREA a condurre l’analisi sensoriale del vino e a promuovere il risultato enologico ottenuto dalle micro vinificazioni.
Tra quanto tempo si potrà beneficiare degli effetti della sperimentazione?
Il protocollo impone almeno 6 micro vinificazioni (6 anni), più 3-4 anni per l’impostazione della pianta. Quindi la sperimentazione avrà una durata di almeno 10 anni. Sarà il CREA a pubblicare dopo ogni vinificazione degli aggiornamenti comunicando lo stato di avanzamento della ricerca.