Il colpo di stato in Niger ha generato uno scossone importantissimo nel vasto e delicato mondo delle relazioni internazionali. L’ennesimo colpo militare nel continente africano cosa sta portando in questo paese diventato indipendente solo nel 1958?
Colpo di stato in Niger: facciamo un passo indietro
Il Niger è un paese dell’Africa occidentale senza sbocco sul mare. Confina con l’Algeria a nord, la Libia a nord-est, il Ciad a est, il Benin e il Burkina Faso a sud e il Mali a ovest. La capitale e la città più grande è Niamey.
Il Niger è un paese molto povero con un basso reddito pro capite ed ha ottenuto l’indipendenza dalla Francia solo nel 1960. La maggior parte della popolazione vive in zone rurali e si affida all’agricoltura per la sussistenza. Le principali colture sono il sorgo, il miglio, il mais e il cotone. Il Niger è anche un importante produttore di uranio.
Il Niger è un paese in via di sviluppo con molte sfide da affrontare. I principali problemi includono la povertà, la malnutrizione, la mancanza di infrastrutture e la minaccia del terrorismo. Uno stato dal precario equilibrio politico visto che il Niger dal 1960 ha subito ben quattro colpi di stato.
Cosa sta succedendo?
Il 26 luglio 2023, un gruppo di soldati dell’esercito nigerino ha annunciato di aver preso il potere nel paese. Secondo le dichiarazioni dei soldati, il motivo dietro questo colpo di stato nasce dall’esigenza di porre fine alla corruzione e all’inefficienza del governo. Il presidente Mohamed Bazoum è stato deposto e il parlamento è stato sciolto. La giunta militare, che mercoledì 26 luglio ha effettuato il colpo di Stato in Niger, avrebbe ordinato l’arresto di quattro ministri, un ex ministro e il leader del partito di Mohamed Bazoum, il presidente eletto rovesciato. E nel mentre gli stati africani si schierano pro o contro il presidente destituito, complicando ulteriormente la tensione sul continente.
Le reazioni sul fronte internazionale
Subito dopo la notizia del colpo di stato in Niger, sono arrivate le prime ferme condanne da parte della politica internazionale. Prima fra tutti l’Unione europea che, in una nota diffusa dall’Alto rappresentante Josep Borrell, condanna «con grande fermezza il golpe» e chiede la «liberazione immediata del del capo di Stato Bazoum».
«Ci auguriamo che in Niger si possa ripristinare la democrazia con il presidente eletto Bazoum, che noi sosteniamo. Non riconosciamo la giunta militare. Oggi ho parlato con la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna e con l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell e mi confronterò con il segretario di Stato Usa Antony Blinken», queste le parole rilasciate alla Rai invece del ministro degli esteri Antonio Tajani.
Le accuse dei golpisti verso la Francia
Nel frattempo, i golpisti hanno accusato la Francia di voler «intervenire militarmente» per rimettere in carica il presidente Mohamed Bazoum, eletto democraticamente. «In linea con la sua politica di ricerca di modi e mezzi per intervenire militarmente in Niger, la Francia, con la complicità di alcuni nigerini, ha tenuto una riunione presso la sede della Guardia nazionale del Niger per ottenere le necessarie autorizzazioni politiche e militari», si legge nelle recenti dichiarazioni scritte dei militari che hanno realizzato questo colpo di stato.
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