No alla violenza in nome di Dio
Colpo al cuore di Roberto Carra edito da PortoSeguroEditore, è una storia ambientata ai giorni nostri, che affronta una realtà ben nota a tutti e che l’autore ha cercato di riportare alla ribalta attraverso il suo romanzo. Volontari, fame, missioni umanitarie e gruppi armati sono solo una parte della realtà che Roberto Carra affronta nel suo romanzo.
La storia è incentrata su un gruppo di giovani volontari che parte per la Somalia in una delicata missione umanitaria per portare aiuto e provviste alla popolazione affamata. La missione, però, tra mille vicissitudini, è sempre più complicata da portare a termine. In una cornice caratterizzata dagli splendidi colori africani e dalle turbolente realtà che la caratterizzano, si muove un gruppetto di volontari ostacolato da un manipolo di fondamentalisti. Il libro è soprattutto un percorso di riflessione sulla religione e sulla distorsione del messaggio operato dall’uomo, con ripercussioni inevitabili sui più deboli.
Roberto Carra è uno scrittore emergente e Colpo al cuore è il suo primo romanzo. L’autore però, coltiva la passione della scrittura già da tempo e noi lo abbiamo intervistato per farci raccontare qualcosa in più.
Colpo al cuore di Roberto Carra
Come è nata l’idea di scrivere un libro sulla situazione in Somalia? C’è stato un evento o una notizia che l’ha colpita e che ha fatto scattare la scintilla?
Questo libro è nato da un ricordo legato all’infanzia. Quando avevo all’incirca otto anni, io e i miei amici, dopo la scuola, andavamo all’oratorio per disputare la classica partitella pomeridiana soprattutto d’estate. Al termine di essa eravamo accaldati e stremati, così il nostro parroco Don Lino ci portava delle brocche di acqua fresca e all’ombra dell’entrata secondaria della chiesa, seduti sui gradini di marmo freschi, ci raccontava dei suoi fratelli missionari in Somalia. Il suo racconto spesso veniva interrotto dalle nostre innumerevoli domande: dove si trova? che posto è? c’è il mare o la montagna?, come mai i bambini muoiono?, perché non hanno acqua? Questo ricordo lo porto tutt’ora con me.
Il titolo del suo libro è molto particolare. Perché si parla di un colpo al cuore?
Ancor prima di scrivere questo libro nella mia mente avevo già il titolo. Da cattolico praticamente, quale sono, ho sempre pensato che la parte centrale della chiesa fosse il Vaticano, non tanto come sede istituzionale, ma come centro nevralgico ovvero il cuore pulsante della chiesa. Immaginandomi e preoccupandomi più e più volte che qualche malintenzionato potesse danneggiarlo, così è nato Colpo al cuore.
C’è un messaggio che vuole comunicare con il suo libro ai lettori oppure qualche argomento particolare su cui riflettere?
In questo libro ho volutamente assegnato al personaggio del cattivo il ruolo del fondamentalista islamico religioso. Non perché in questi anni sia venuto alla ribalta per gli innumerevoli episodi di violenza ma per riflettere su una cosa, a me molto cara, ovvero che non esiste alcun Dio, in una qualsiasi religione, che possa indurre persone a compiere atti criminali e nessun Dio dovrebbe essere usato come capo espiatorio. Coloro i quali si richiamano a lui compiendo violenze e soprusi sono da ritenersi criminali e come tali vanno arrestati, processati e condannati.
Quando è iniziata la sua passione per la scrittura?
La passione per la scrittura è sempre stata parte di me, essendo una persona timida ho sempre cercato sin da piccolo di nascondere ciò che scrivevo, una sorta di tesoro personale. A scuola, ogni volta che ci assegnavano il tema ero così felice di svolgerlo raccontando quello che avevo dentro, ma ogni volta che consegnavo il compito mi veniva una paura tremenda ovvero che la settimana successiva la maestra scegliesse il mio tema da leggere in classe e questo un giorno accadde. L’imbarazzo scolpito sul mio volto fu motivo di derisione da parte dei miei compagni.
Lei è uno scrittore esordiente. Qual è stata la difficoltà maggiore che ha incontrato nella stesura del suo romanzo?
Già da un paio di anni mi balenava in testa l’intenzione di scrivere un libro, ma frenato dalla mia timidezza tendevo sempre ad accantonarla. All’inizio di questo anno, di nascosto da tutti e da tutto, ho iniziato a scrivere sul cellulare nello spazio notifiche. Un giorno, dopo aver riempito tutto lo spazio a disposizione, il cellulare si bloccò così chiesi aiuto al tecnologico di mio figlio che in un battibaleno mi salvò tutto su carta e poi da lì ho proseguito a scrivere ciò che mi passava per la mente, un qualcosa che era già scritto dentro di me non riscontrando nessuna difficoltà ma seguendo il filo logico della mia spontaneità. Colpo al cuore è sì il mio primo libro pubblicato ma il quarto da quando ho iniziato a scrivere. Spesso e volentieri molti spunti e idee mi vengono suggerite dai volti delle persone immaginandomi quali personaggi potrebbero interpretare.
Qualche sogno nel cassetto? Vorrebbe diventare uno scrittore famoso?
A differenza di quando ero piccolo, che nascondevo quello che scrivevo, ora invece sono curioso di ascoltare in positivo e in negativo i pareri di coloro che hanno letto o leggeranno il libro, intuire dai loro volti quello che hanno percepito nel leggerlo e quali emozioni abbiano provato per poi farne tesoro. Se un giorno tutto questo dovesse portarmi a diventare famoso ben venga.