A sette mesi dalle prime scosse sono praticamente dimezzate le presenze dei turisti stranieri nelle aree colpite dal sisma con effetti disastrosi sull’economia locale. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che esprime apprezzamento per la riunione a Norcia della presidenza del Parlamento europeo (presidente, vicepresidenti e presidenti del gruppo politici) nell’ambito delle cerimonie per il 60 anniversario dei Trattati di Roma promossa dal presidente Antonio Tajani.
Insieme agli aiuti materiali diretti è un segnale importante per incentivare le presenze sul territorio soprattutto in vista della Pasqua in luoghi caratterizzati tradizionalmente da un grande afflusso dall’estero.
Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare l’esigenza che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.
L’agriturismo secondo la Coldiretti è il settore turistico piu’ danneggiato dal terremoto con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica.
Nei 131 comuni del cratere colpito dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 Ottobre secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, operano 444 agriturismi dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria dove la momento le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione.
Ma gli effetti del terremoto sulle presenze si sono sentiti anche su tutti i 3400 agriturismi complessivamente attivi nelle quatto regioni, dove i turisti sono piu’ che dimezzati.
Il calo degli arrivi di turisti, con il conseguente danno economico, allunga il conto dei problemi provocati dal terremoto alle strutture, con molti agriturismi che hanno avuto stanze per gli ospiti inagibili, cucine e sale ristoranti lesionate, laboratori di trasformazione crollati, piscine e arredi danneggiati, tettoie e gazebo pericolanti.
A ciò vanno aggiunti i disagi legati al la conseguente difficoltà ad approvvigionarsi di prodotti come per le semine della lenticchia di Castelluccio ostacolata dalla difficile viabilità. Le vendite di tipicità ai turisti si sono ovviamente azzerate sia per il blocco dell’attività di trasformazione e sia per la stessa mancanza di clienti a cui si aggiunge l’assenza dei residenti, trasferiti negli hotel sulla costa.
In difficoltà è l’intera offerta turistica delle zone terremotate che fondava il suo successo sulle sinergie tra cultura, ambiente e qualità alimentare che rappresentano il valore aggiunto di quei territori. Per risollevare il turismo occorre anche un impegno a livello di promozione per riportare le persone in queste aree.
Un esempio è l’iniziativa “Fai Pasqua da noi!” promossa da Campagna Amica in vista delle prossime vacanze pasquali per favorire una prima ripresa delle presenze. Ma la sfida più importante è quella di far ripartire le attività produttive a livello generale, iniziando dal garantire in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i pesanti ritardi accumulati.
Solo così sarà possibile risollevare l’economia dei territori terremotati cui l’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante.