L’agricoltura del Mezzogiorno è la più giovane d’Italia dove salgono a 26587 le imprese condotte da under 35 nel 2016, ben il 52% di quelle presenti in Italia.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti a commento del Rapporto Ismea Svimez 2015-2016 dal quale si evidenzia che l’agricoltura del Sud è cresciuta piu’ del resto d’Italia.
A contribuire a colmare lo storico gap con le regioni del Centro-Nord è stata la spinta propulsiva delle nuove generazioni alla crescita del settore che si è dimostrato essere il più gettonato dopo il commercio nelle nuove aperture.
Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita la vera novità rispetto al passato sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Secondo una analisi della Coldiretti/Ixè, tra queste new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima.
La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57 per cento anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici. Il risultato è che, secondo una indagine della Coldiretti, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
Per favorire l’ingresso dei giovani, la Coldiretti ha costituito una task force per cogliere le opportunità di insediamento nell’agricoltura italiana per almeno ventimila giovani imprenditori entro il 2020 che vengono dall’avvio dei Piani di Sviluppo rurale regionali finanziati dall’Unione Europea.
Gli interventi che si rivolgono a giovani agricoltori tra 18 e 40 anni non compiuti possono arrivare ad offrire fino a 70.000 euro a fondo perduto per iniziare l’attività oltre a un contributo a fondo perduto sugli investimenti aziendali che può arrivare sino al 60% ma i giovani potranno accedere inoltre a tutte le altre misure previste sviluppo rurale come consulenza aziendale o la formazione con criteri di priorità.
Un sostegno che è stato accompagnato di una importante misura nella Legge di stabilità che prevede l’esonero dei contributi previdenziali al 100% per i primi tre anni e poi del 66% e 50% per il quarto e quinto anno, fortemente sostenuta dai giovani della Coldiretti.