La natura è sconvolta da un mese di febbraio che ha fatto registrare temperature minime più elevate di 3,9 gradi rispetto alla media dopo un mese di gennaio gelido segnato soprattutto al centro sud da nevicate record e violenti nubifragi. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade di Febbraio con le mimose in anticipo di quasi un mese sulla festa delle donne, prati fioriti e gemme delle piante da frutto rigonfie per prepararsi ad aprirsi.
L’anomalia è evidente lungo tutta la Penisola anche se le situazioni più’ eclatanti si riscontrano nel Nord Est, dal Friuli dove lo scarto è di +5 gradi al Trentino dove è +4,6 gradi fino in Veneto dove è di +4,5 gradi. Le temeprature insolitamente alte sono accompagnate in tutto il nord da una preoccupante siccità invernale dovuta alle scarsità di pioggia e neve dalla Lombardia al Veneto, dal Trentino Alto Adige all’Emilia Romagna.
Le coltivazioni che si sono salvate dal maltempo sono in tilt ingannate da un finta primavera che favorisce un “risveglio” che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili.
Una situazione che rischia di aggravare il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate dall’inizio dell’anno a causa di precipitazioni violente, neve, gelo e vento che hanno distrutto le coltivazioni e provocato frane e smottamenti con almeno 400 milioni di danni stimati, dalla puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Campania alla Sardegna.
Un pazzo inverno che conferma i cambiamenti climatici che si stanno manifestando negli ultimi anni con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità.