Luci soffuse, musiche di sottofondo, i volti di uomini e donne rigorosamente coperti da maschere. E’ così che dobbiamo immaginare siano i club privé? Come in “Eyes Wide Shout” di Stanley Kubrik? Oppure come in “Ti amo in tutte le lingue del mondo” di Leonardo Pieraccioni? Il protagonista, dopo una serie di disavventure davvero goffe, vi incontra l’ex che lo ha lasciato. Ciò che stiamo scoprendo su queste realtà è che sono molto più frequentate di quanto credessimo.
Club privé: non solo single
Ogni anno in Italia, infatti, 700.000 persone varcano la soglia di un locale per scambisti. Single ma anche tante coppie. Coppie solide che non vogliono perdersi la novità sessuale ma neanche cadere nel tradimento. Coppie che hanno deciso di raccontarsi nel libro “La mia prima volta in un club privé: 50 coppie raccontano” di Augusto Pistilli pubblicato da Erga Edizioni. Nel suo libro-inchiesta, scritto senza emettere alcun giudizio, l’autore ci fa vedere come sia superata l’idea di trasgressione come via di fuga da un menage matrimoniale polveroso. A godere (è proprio il caso di dirlo) dei benefici di una simile esperienza sono le coppie più solide, più comunicative che, secondo la psico-sessuologa Chiara Camerani (che firma uno dei capitoli), riescono “concedersi aree di libertà concordate e non rubate“. Augusto Pistilli è anche il presidente di ASX-Assosex, l’associazione che riunisce club privé a livello europeo e che conta oltre 400.000 iscritti all’anno. Con lui ci siamo addentrati in un viaggio alla scoperta di un mondo ancora avvolto dal mistero oltre che dal pregiudizio.