La prassi della clonazione è stata ideata nel 1938 dell’embriologo Hans Spemann che riteneva possibile asportare il nucleo da una cellula e sostituirlo con quello di un’altra cellula detta somatica. La teoria fu però messa in pratica nel 1952 da Robert Briggs e Thomas King con le uova delle rane essendo abbastanza grandi da poter tentare con successo l’esperimento. Una vera e propria svolta si ebbe solo nel 1997 dal ricercatore Wilmut che pubblicò sulla rivista scientifica, Nature, il suo esperimento da cui ottenne una pecora, la famigerata Dolly, partendo non da una cellula embrionale bensì da una adulta. Il successo riscosso da questa dimostrazione ha indotto molti studiosi a cercare un modo per replicarlo e migliorarlo.
Uno dei risultati più promettenti nell’ambito della genetica è stato ottenuto recentemente in Cina. L’equipe dello scienziato Qiang Sun della Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience di Shanghai è riuscita a riprodurre due scimmie, Zhong Zhong e Hua Hua, con la medesima tecnica di Dolly. Già nel 1999 fu clonata un macaco, Tetra, ma con una tecnica differente: è stata utilizzata quella della riproduzione artificiale nei parti gemellari, le cellule embrionali sono quindi divise fino ad ottenerne due identiche.
Il caso delle due scimmie appena riprodotte ha suscitato scalpore poiché è la prima volta che la tecnica ideata da Wilmut ha avuto esito positivo su dei primati. E’ stato invece possibile ottenere buoni risultati con pecore, mucche o topi. In svariate interviste Sun ha dichiarato che è riuscito a effetturare la clonazione grazie ai fibroblasti che si occupano di regolare i geni responsabili dell’inibizione dello sviluppo delle cellule uovo. Anche i nomi scelti per le due scimmie hanno un preciso significato, infatti ZhongHua significa “popolo cinese”. Ora hanno all’incirca otto e sei settimane e possiedono il medesimo patrimonio genetico pur non essendo gemelli.