Esame di geografia per un gruppo di esploratori planetari attenti al clima: un team di scienziati dell’Università della Louisiana guidati da Don Hood in collaborazione con altri atenei nazionali ha recentemente pubblicato sul Journal of Geophysical Research Planets uno studio geologico sull’altipiano marziano di Thaumasia, un’area del mondo rosso grande quanto il Nord America.
Il lavoro teneva conto della chimica del suolo sulla base dei dati raccolti dalla sonda Mars Odyssey, missione NASA impegnata dal 2002 nella ricerca di acqua e di fenomeni vulcanici su Marte. Per Don Hood e colleghi, i cambiamenti nella composizione chimica, osservati dagli strumenti di bordo tra una zona e l’altra della regione in direzione nord ovest, indicano che il mantello – l’involucro concentrico compreso tra la crosta e il nucleo – è in continua evoluzione.
Ciò supporterebbe la teoria per cui l’area della Thaumasia sia sottoposta ad eventi di tipo vulcanico che mutano la firma chimica del mantello, con un incremento dei livelli di silice e di acquae una diminuzione del potassio sulla direttrice sud-est/ nord-ovest.
Per gli autori, l’abbondanza localizzata di H2O e di potassio sarebbe il risultato dell’interazione con le rocce vulcaniche. La geografia suggerisce che i vulcani presenti nell’area siano di tipo a scudo, simili a quello terrestre di Mauna Loa, nelle isole Hawaii.
La presenza di zolfo inoltre sarebbe spia di un’indole esplosiva: fenomeni vulcanici violenti, in grado di liberare gas nell’atmosfera, potrebbero influenzare le dinamiche climatiche inducendo un raffreddamento o un riscaldamento globale. Ulteriori studi sul genere aiuteranno a comprendere che tempo facesse sul pianeta rosso in tempi remoti.