A vent’anni dalla prima edizione, vulcanologi di tutto il mondo si danno appuntamento a Napoli dal 2 al 7 settembre 2018, per promuovere e rafforzare il collegamento tra la comunità scientifica vulcanologica e chi si occupa della pianificazione territoriale e della gestione delle emergenze, al fine di costruire un luogo di confronto e integrazione di esperienze tra le “città sui vulcani”. A organizzare il decimo Congresso “Cities on Volcanoes (COV 10) – Millenni di stratificazione tra Vita dell’Uomo e Vulcani: strategie per la coesistenza“, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile (DPC), la Regione Campania, il Comune di Napoli, il Parco Nazionale del Vesuvio, l’Università di Napoli “Federico II” e l’Associazione Nazionale di Vulcanologia.
I congressi internazionali Cities on Volcanoes, organizzati sotto l’egida della IAVCEI (International Association of Volcanology and Chemestry of Earth’s Interior), promuovono il collegamento tra la comunità scientifica vulcanologica e chi si occupa della pianificazione territoriale e della gestione delle emergenze, al fine di costruire un luogo di confronto e integrazione di esperienze tra le città sui vulcani.
“Il prossimo COV 10”, spiega Roberto Isaia, Presidente dello Steering Committe COV 10 e ricercatore INGV, “si configura come l’occasione ideale per raccogliere di nuovo, a Napoli, i più importanti vulcanologi a livello mondiale e per fare il punto sul contributo delle ricerche multidisciplinari e sulla connessione Comunità Scientifica – Società”.
L’area napoletana, con i due vulcani esplosivi attivi di Vesuvio e Campi Flegrei e l’isola vulcanica di Ischia, è una delle regioni caratterizzate dal rischio vulcanico più alto al mondo. La Città Metropolitana di Napoli, con più di 3 milioni di persone e una densità di popolazione di circa 2,700 abitanti/km2, è la Città sui Vulcani per eccellenza.
“Nonostante la presenza di tre vulcani attivi”, prosegue Isaia, “la percezione del rischio vulcanico della popolazione residente nell’area napoletana è ancora piuttosto bassa. Questo elemento è ricorrente in aree urbane con vulcani in stato di riposo da lungo tempo, così come lo sono i Campi Flegrei dal 1538, l’isola di Ischia dal 1302 e il Vesuvio, con l’ultima eruzione nel 1944”.
Il Congresso, vuole porre l’attenzione sulla resilienza intrinseca dell’uomo al rischio vulcanico, in una millenaria storia di convivenza con i vulcani, che dimostra quanto questi abbiano rappresentato, e possano rappresentare, una risorsa oltre che un problema.
COV 10 a Napoli rappresenta un importante appuntamento per la comunità internazionale che si dedica agli studi di pericolosità e rischio vulcanico.
“Durante la manifestazione”, spiega Isaia, “saranno trattati i temi strettamente legati agli obiettivi della Science and Technology Roadmap a supporto di quanto prevede il documento Sendai Framework per la Riduzione del rischio catastrofi 2015-2030″.
Tre saranno i Simposi: approcci multidisciplinari per migliorare la comprensione delle dinamiche vulcaniche e della pericolosità; valutazione e gestione del rischio vulcanico; città sui vulcani: migliorare la preparazione e la resilienza.
Sono anche previste escursioni giornaliere alle aree vulcaniche dei Campi Flegrei e del Vesuvio e di più giorni sull’Etna, Isole Eolie, Ischia e Vulture.
“Per rendere più concreto l’approccio interdisciplinare e interconnesso, e incoraggiare una maggiore partecipazione, sono previste iniziative che promuovono l’interazione tra i partecipanti al Congresso e le comunità residenti”, conclude Isaia.