Ciro Esposito non ce l’ha fatta, è morto nelle prime ore di oggi “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, così spiega in una nota Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, dove il tifoso era ricoverato da 50 giorni. Il professor Antonelli, ha poi “espresso profondo cordoglio e la vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.
Quello che si temeva fortemente da ieri alla fine è accaduto e il cuore di Ciro ha ceduto e alla fine si è fermato. Dopo circa due mesi e tanti alti e bassi che hanno fatto sperare in un recupero del ragazzo oggi, invece, ogni speranza si è spenta con lui.
Vogliamo sperare solo che ora da una parte prevalga il buon senso, come encomiabilmente i familiari hanno chiesto, e dall’altra non si dia la stura alla stucchevole rappresentazione del dolore e si fomenti la voglia di “vendetta” di certa parte della tifoseria.
Tutte le considerazioni ci sarà tempo per farle. Ora è il tempo del dolore, solo del dolore per la perdita di questa giovane vita. Ciao Ciro.
Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ormai da due mesi in ospedale è in coma irreversibile al Policlinico Gemelli di Roma per le ferite riportate dopo l’aggressione degli ultras romanisti.Oggi più di allora l’informazione italiana dimostra tutta la sua inadeguatezza e approssimazione: si sparge la notizia della morte contraddetta da smentite a volte sugli stessi organi di stampa, una vergogna.
Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ferito prima della partita di finale della Coppa Italia nei pressi dello stadio Olimpico di Roma dopo un travagliato decorso di circa due mesi è entrato in coma irreversibile, stando alle notizie mediche trapelate dal Policlinico Gemelli della capitale dove è ricoverato.
La notizia, infinitamente triste, ha creato uno stato di cose davvero surreale e a partire dalle 14 una ridda di voci si sono rincorse senza mai trovare alcun riscontro. Delle testate maggiori la sola agenzia ANSA non ha mai battuto la notizia della morte del giovane che invece si è allargata a macchia d’olio senza controllo. L’informazione che già aveva scritto una pagina orrenda quella sera di due mesi or sono oggi ha di nuovo dato prova di se con le emittenti televisive nazionali in primo piano a intessere ore di trasmissioni sulla non-notizia se non falsa notizia. Il solito teatrino macabro con volti e penne note e notissime intente a tessere il loro inutile rosario di luoghi comuni e insulsaggini di ogni tipo.
La famiglia alla fine ha dovuto emanare un comunicato che fa trasparire tutta la gravità del giovane ma stigmatizza fortemente il fare necrofilo della stampa e dell’informazione in genere.
Ciro deve essere rispettato sempre e comunque, non si possono impiantare ignobili pantomime mediatiche, bisognerebbe solo attenersi ai fatti e riportarli ma ormai non c’è più nessuno che sappia fare questo infame mestiere con un po’ di umanità.