Baci immortali: l’amore celebrato tra arte e pasticceria.
“Un bacio – ma cos’è poi un bacio? Un giuramento un po’ più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che cerca una conferma, un apostrofo roseo fra le parole t’amo, un segreto soffiato in bocca invece che all’orecchio, un frammento d’eternità che ronza come l’ali d’un ape, una comunione che sa di fiore, un modo di respirarsi il cuore e di scambiarsi sulle labbra il sapore dell’anima!”
Recita così il “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, diventando uno dei versi più famosi dedicati al bacio e all’amore.
Da sempre il bacio è la più bella e immediata espressione dell’amore, immortalato dagli artisti di tutte le epoche e in tutti gli stili, rappresentato da pittori e scultori che ne hanno fatto il tema principale per raffigurare l’estasi tra due innamorati, lodato e raccontato da scrittori e poeti in versi e poesie, celebrato in film che hanno fatto la storia del cinema, decantato in opere liriche che hanno fatto sognare generazioni di romantici e persino trasformato in un cioccolatino e in un biscotto.
Baci immortali, come quelli erotici della poesia greca o quelli che sprofondano nella perdizione infernale di Dante con i suoi amanti Paolo e Francesca, come i baci tormentati delle tragedie shakespeariane e quelli che raggiungono l’apoteosi divina con Ugo Foscolo, per giungere al colmo della lussuria con D’Annunzio.
Ma è soprattutto con la pittura e la scultura che il bacio viene rappresentatonella sua massima espressione.
Come non citare “Il Bacio” di Francesco Hayez, in assoluto il bacio più famoso del mondo, simbolo dell’Ottocento e del romanticismo italiano. Ciò che colpisce del dipinto è l’ambientazione neutra che consente di concentrare l’attenzione dello spettatore sui due innamorati, che si stringono e si abbandonano ad un bacio intenso, quanto furtivo, dando l’impressionedi un imminente e struggente addio. Il pathos è dato dalla teatralità dell’impostazione fisica e dal tono melodrammatico dell’anelito sentimentale, lo stesso tono che caratterizzalo spirito risorgimentale del periodo e che ritroviamo fervido e appassionato nelle opere liriche di Giuseppe Verdi.
Con Klimt arriviamo nel Novecento e troviamo un altro dei baci più famosi e ammirati, che coniuga perfettamente i canoni dello stile Liberty dell’epoca: bidimensionalità, linearismo, eleganza e raffinatezza nell’uso dell’oro e dell’aspetto decorativo.
Il suo “Bacio” è romantico ma non sdolcinato, moderno ma non irriconoscibile, prezioso ma non sovraccarico.
I due innamorati sembrano appartenere ad un unico corpo, che a sua volta diventa un tutt’uno con l’universo, racchiusi in un anelito di pura sensualità ed ascesi mistica.
Cupo e a tratti inquietante, appare invece “Il bacio con la finestra” di EdvardMunch, in cui i due amanti non sono distinguibili separatamente (a rappresentare la perdita d’identità), ma fusi in uno sfondo cupo e ambiguo che esprime perfettamente la tensione tra desiderio e paura di amare: è insito il tentativo di annullarsi o assimilarsi l’uno nell’altro, a sottolineare il senso di solitudine personale.
Picasso, da genio immenso qual era, si libera da ogni convenzione figurativa e qualsivoglia necessità di verosimiglianza: il suo bacio cubista esce dagli schemi e dalle costrizioni fisionomiche tradizionali per esplodere in un caos di forme che sublimano la carica erotica del gesto.
Un’ esplosione di passione, questa volta espressa con impeto sessuale e gesto erotico violento, insito nel carattere del pittore andaluso e che ci racconta molto del suo rapporto con le donne.
In epoca moderna pittura e scultura passano il testimone ad arti considerate minori: dalla fotografia al cinema la magia del bacio viene rappresentata con espressioni più vicine al sentire generale.
Sul grande schermo numerosi sono gli esempi rimasti nell’immaginario collettivo: dal bacio tra Clark Gable e Vivien Leigh in Via col vento a quello tra Humphrey Bogart ed Ingrid Bergman in Casablanca, senza tenere conto dei numerosi baci elargiti a varie partner dal bello per eccellenza Rodolfo Valentino.
Nella fotografia, poi, troviamo delle vere e proprie icone, prima tra tutte quel bacio appassionato all’Hotel de Ville di Robert Doisneau, uno scatto rubato tra la folla e sublimato dalla monocromia del bianco e nero.
E come non ricordare il bacio che segna la Storia, ovvero il bacio immortalato a Times Square da Alfred Eisenstaed il 15 Agosto del 1945, giorno della resa del Giappone che sancì la fine della Seconda guerra Mondiale, oppure il bacioimmortalato da Elliot Erwitt, uno dei più grandi fotografi di tutti i tempi, in una fotografia romantica, insolita e spontanea che ritrae il bacio di due innamorati riflessi nello specchietto di un’automobile.
Simbolo di dolcezza e di piacere sensoriale il bacio non poteva che ispirare anche i creativi del palato, e quale ingrediente racchiude in sé passionalità, calore e scioglievolezza più del cioccolato?
Nel 1922 Luisa Spagnoli, fondatrice dell’azienda Perugina insieme alla famiglia Buitoni (ma più conosciuta come la fondatrice della famosa casa di moda che porta il suo nome), nel tentativo di contenere i costi di produzione impasta la granella di nocciola avanzata da altre produzioni, ne ricava delle piccole sfere alla cui sommitàaggiunge una nocciola intera e le rifinisce glassandole con l’inconfondibile cioccolato fondente.
Ecco che nasce il cioccolatino più famoso, romantico e venduto al mondo: il Bacio Perugina.
Dietro la creazione di questo cioccolatino, oltre al tentativo di riciclo c’è anche un’appassionata, sognante e furtiva storia d’amore, quella tra la Spagnoli e Giovanni Buitoni, più giovane di lei di 15 anni: fu proprio Giovanni a dare il nome al cioccolatino, dedicandolo al primo appassionato bacio che si scambiarono. E l’idea di avvolgere ogni cioccolatino con un bigliettino che riporta una frase d’amore?
Pare che Giovanni e Luisa avessero l’abitudine di scambiarsi frasi d’amore avvolgendo con dei bigliettini le delizie che avevano sotto mano, da qui l’idea dell’allora direttore artistico della Perugina, Federico Seneca, di inserire dei cartigli all’interno della iconica pellicola argentata con stelle blu che avvolge il cioccolatino.
Un cioccolatino nato dall’amore e dedicato all’amore non poteva che diventare il simbolo gastronomico della festa degli innamorati.
In visione del San Valentino perché non provare a riprodurre in casa le golosissime praline?
Vediamo come prepararle, con pochissimi ingredienti e facilità d’esecuzione.
CIOCCOLATINI SIMIL BACI PERUGINA
Ingredienti:
- 200 g di nocciole in granella + 40 nocciole intere
- 300 g di nutella
- 150 g di cioccolato al latte
- 1 cucchiaio cacao amaro
- 300 g di cioccolato fondente da copertura
Procedimento:
Sciogliamo il cioccolato al latte a bagnomaria, aggiungiamo la nutella e mescoliamo bene fino ad ottenere una crema liscia, quindi togliamo dal bagnomaria, aggiungiamo il cacao e le nocciole in granella.
Mettiamo il composto in una ciotola e lo mettiamo in frigo per un’oretta circa, deve addensarsi per riuscire a fare delle palline, se dovesse diventare troppo duro lo lasciamo a temperatura ambiente per una decina di minuti.
Formiamo delle palline grosse quando una piccola noce e mettiamo sopra una nocciola intera, le mettiamo su una teglia ricoperta da carta forno e le lasciamo riposare in frigo per mezz’ora.
Sciogliamo il cioccolato fondente a bagnomaria, prendiamo un cioccolatino e lo poggiamo su una forchettina, quindi con delicatezza lo immergiamo completamente nel cioccolato fuso , quindi facciamo colare per bene il cioccolato in eccesso e poniamo il nostro cioccolatino glassato su una teglia foderata da carta forno.
Procediamo così per i restanti cioccolatini e quando avremo finito li faremo riposare in frigo per circa 15 minuti o finché la copertura si sarà rassodata completamente.
Et voilà, i nostri baci perugina homemade sono pronti da gustare o regalare!