Le tensioni tra Cina e Taiwan si sono intensificate negli ultimi anni, e il recente dispiegamento di una dozzina di navi militari cinesi nel Mar Cinese Meridionale, insieme a un centinaio di unità aeree cinesi, ha fatto suonare nuovi allarmi a livello internazionale.
Pechino ha dichiarato che queste sono semplici esercitazioni militari. Molti osservatori, però, si chiedono se non siano, invece, l’inizio di quelle “grandi manovre” che potrebbero portare uno scontro definitivo su una delle questioni geopolitiche più delicate e irrisolte del mondo: il futuro di Taiwan.
Le radici della crisi
La tensione tra Cina e Taiwan ha radici profonde. Dopo la guerra civile cinese conclusasi nel 1949, il governo della Repubblica di Cina (ROC), sconfitto dai comunisti di Mao Zedong, si rifugiò sull’isola di Taiwan, stabilendo lì il proprio governo. Da allora, Pechino considera Taiwan una provincia ribelle destinata a essere riunificata, anche con la forza se necessaria. Taiwan, d’altro canto, si considera uno stato sovrano, anche se ha smesso di dichiararsi ufficialmente indipendente per evitare un conflitto armato.
Negli ultimi decenni, Taiwan ha mantenuto una posizione di relativa indipendenza, grazie anche al supporto non ufficiale, ma costante, degli Stati Uniti. La Cina, da parte sua, ha sempre esercitato pressione diplomatica, economica e militare per riaffermare la propria sovranità sull’isola. Ma con l’ascesa del presidente Xi Jinping e il rafforzamento dell’apparato militare cinese, il rischio di una risoluzione militare del conflitto è diventato sempre più concreto.
Il contesto internazionale: una “guerra mondiale a pezzi”?
Papa Francesco ha definito il mondo contemporaneo come una “guerra mondiale a pezzi”, facendo riferimento ai numerosi conflitti regionali che stanno caratterizzando l’inizio del XXI secolo. Dalla guerra in Ucraina, che ha visto il coinvolgimento diretto della Russia, fino ai conflitti in Medio Oriente, il mondo è sempre più diviso e frammentato in zone di alta tensione, che sembra rischiare di trascinare le potenze globali Occidente in scontri sempre più diretti .
In questo contesto, Taiwan potrebbe rappresentare un altro potenziale fronte di una guerra che, pur non essendo globale nel senso tradizionale, coinvolge comunque interessi internazionali di grande portata.
Il Mar Cinese Meridionale è già un’area di forti tensioni geopolitiche. La Cina rivendica quasi l’intera area come parte del proprio territorio, mentre diversi paesi vicini, tra cui Vietnam, Filippine e Malesia, contestano queste pretese. Le esercitazioni militari cinesi in questa zona non sono quindi solo un messaggio per Taiwan. Solo una dimostrazione di forza rivolta agli Stati Uniti e ai loro alleati nell’Indo-Pacifico.
Esercitazioni o preparazione al conflitto?
Le esercitazioni militari cinesi, sebbene presentate come routine, sono sempre più interpretate come una prova generale per un’eventuale operazione militare su larga scala. Il governo di Pechino ha chiarito più volte che la “riunificazione” con Taiwan è una priorità strategica e che non escluderà l’uso della forza per raggiungere questo obiettivo. Ogni manovra militare nel Mar Cinese Meridionale è osservata con grande preoccupazione, poiché potrebbe segnare l’inizio di un’escalation incontrollabile.
Taiwan, d’altro canto, rafforza le proprie difese, con l’aiuto degli Stati Uniti. Questi continuano a vendere armi avanzate all’isola ea fornire supporto logistico e addestramento. Washington, pur non riconoscendo ufficialmente Taiwan come uno stato indipendente, ha più volte dichiarato che si opporrebbe a qualsiasi tentativo cinese di conquistare l’isola con la forza. Anche se non è chiaro fin dove gli Stati Uniti sarebbero disposti a spingersi in caso di conflitto .
Cina Taiwan. Il nodo irrisolto nello scacchiere mondiale
La questione di Taiwan rimane uno dei nodi più complessi nello scacchiere geopolitico mondiale. Da una parte c’è una Cina sempre più assertiva e determinata a far valere le proprie rivendicazioni territoriali. Dall’altra, una comunità internazionale divisa tra chi appoggia la sovranità di Taiwan e chi teme le conseguenze di uno scontro diretto con Pechino. Le esercitazioni militari cinesi potrebbero essere solo una dimostrazione di forza, ma il rischio è che, alla lunga, si trasformano in una vera e propria operazione militare, aprendo un nuovo e pericoloso fronte in quella che sembra sempre più una “guerra mondiale a pezzi” .
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