Abituare i bambini a una sana alimentazione è impresa alquanto difficile, poiché è noto ai più, che ai bambini frutta e verdure non piacciono, vien da sé che risulta più semplice propinare merendine e cibi poco sani con il rischio di “abituare” i più piccoli a una alimentazione sbilanciata.
Per questo motivo, il ruolo dell’educazione alimentare diventa fondamentale per ampliare, migliorare e apprendere la gamma dei sapori disponibili nell’ambito del mangiar sano. Quest’ impresa riguarda sia scuole che famiglie alla stessa maniera con l’unico scopo di promuovere il benessere dei più piccini.
Come fare? Sono molte le strategie messe in campo, fra queste, molto interessante è quella promossa dal IESCUM – Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano – in collaborazione con l’ASL 5 Spezzino e con il Comune della Spezia. Il progetto di ricerca si chiama Cibo e mindfulness nelle scuole dell’infanzia e si pone come obiettivo quello di ridurre la selettività alimentare dei bambini con o senza disturbo dello spettro acustico attraverso il confronto di diverse tipologie di azione volte all’incremento di frutta e verdura.
I primi dati della ricerca sono stati presentati lo scorso 26 Aprile, si tratta di uno dei tre progetti selezionati e finanziati dalla Fondazione Carispezia col bando Ricerca applicata in campo medico 2015-2016. Il tratto che contraddistingue la ricerca è il metodo con cui i piccoli sono avvicinati al mangiar bene, circa 450 bambini sono stati accostati alla sana alimentazione tramite la cosiddetta mindfulness, ossia una pratica basata su tradizioni filosofiche orientali di meditazione giunta in Occidente e studiata con un approccio più scientifico.
Il metodo scientifico qualifica il processo come basato sull’attenzione e la consapevolezza finalizzate all’eliminazione del disequilibrio, processo, che si concretizza attraverso un lavoro attivo sulla mente volto al benessere della persona. La meditazione prevede un lavoro di respirazione, ascolto, consapevolezza delle sensazioni e concentrazione.
E’ il professore Paolo Moderato, Ordinario di Psicologia Generale dell’Università IULM di Milano e presidente IESCUM e coordinatore del progetto che spiega di cosa si tratta, è una forma di consapevolezza non giudicante descritta clinicamente come il risultato di un mix di quattro processi: integrazione, defuzione, contatto con il momento presente e sé, inteso come contesto.
La ricerca riguarda oltre i bambini anche 35 insegnanti, 12 educatori, 18 ausiliari, 17 cuoche e l’azienda CIR Food, gruppo di ristorazione che si occupa dei costi dei cibi somministrati.
La mindfulness ha previsto degli esercizi di assaggio guidato ai piccoli allievi delle scuole spezzine con lo scopo di farli avvicinare a cibi poco graditi. Secondo i ricercatori questi assaggi ripetuti hanno la capacità di modificare le preferenze personali nei confronti di quell’alimento aumentandone gradualmente il consumo. Abbassare i livelli di selettività alimentare vuol dire favorire la salute, poiché eliminare alcuni alimenti dalla dieta produce evidente squilibrio nutrizionale.
Il progetto ha riguardato anche una squadra di ricercatori IESCUM coordinati dalla dottoressa Silvia Cau. Questi, sono stati impegnati in varie attività, dalla somministrazione di assaggi di frutta e verdura basati su giochi e premi alle attività di formazione di insegnanti e genitori per mantenere comportamenti alimentari più sani.
Lo stesso approccio è stato adottato anche nei confronti di bambini autistici, con particolare attenzione, promuovendo azioni mirate e individuali adatte al singolo caso e alle specifiche caratteristiche del bambino.
L’iniziativa è di particolare importanza se si considera che le iniziative di mindfulness in ambito alimentare relative alla fascia 3 – 5 anni sono veramente pochissime se non uniche, da non sottovalutare, inoltre, che i dati sembrano essere molto incoraggianti.
Quelli sin ora raccolti, consentiranno di verificare se quelle che la scienza qualifica come strategie efficaci lo siano o meno. La raccolta dei dati si esaurirà nel prossimo anno scolastico e saranno analizzate le abitudini alimentari di ogni singola famiglia e confrontata la selettività alimentare di tutti i bambini.
Ci sono già dei risultati positivi. Prima del progetto, il consumo medio di frutta nell’intervallo di metà mattina era di circa 40 gr, mentre quello di verdura circa 10 gr. (circa da un quarto a un quinto della quantità giornaliera raccomandata), dopo il primo step della ricerca le quantità si sono innalzate, sperando che il risultato venga mantenuto nel tempo.