Il Bel Paese si sa è la patria del buon cibo, tutto il mondo invidia la nostra cucina, talvolta, “imitandoci” in malo modo. E’ questo il caso dei nostri cugini Russi che propongono fra i banchi dei supermercati, prodotti italiani con tanto di tarocco.
L’embargo sancito da Mosca in risposta alle sanzioni europee relative alla questione Ucraina del 7 Agosto 2014 ha riguardato non solo l’Italia ma tutti i cibi provenienti dall’Unione, USA, Canada, Norvegia e Australia. Fra questi, però, è l’Italia a farne maggiormente le spese. Per il nostro Paese l’esportazione di cibo e vino rappresenta quasi una vocazione economia, si pensi che nel 2015 si sono raggiunti circa 36,8 miliardi di export. Con la Russia, in particolare, si erano instaurate delle relazioni solide e remunerative, quindi il decreto Putin è stato tutt’altro che una passeggiata per l’economia italiana. La Coldiretti, infatti, lo scorso Agosto ha calcolato circa 7 miliardi e mezzo di euro di perdita complessiva per il made in Italy di cui 600 milioni (10%) nel settore alimentare. Anche se l’Unione Europea ha dichiarato di non imporre nuove sanzioni sino al termine dell’embargo, l’Italia dovrà prendere atto che una vasta fetta di export è stata sospesa sino al 2018.