Alimentazione corretta e buona salute sono un binomio indissolubile. La proporzione fra i vari tipi di alimenti e la qualità dei cibi che mangiamo sono alla base di uno sviluppo umano completo, sia a livello fisico che mentale.
Una dieta adeguata insieme alla pratica quotidiana di attività fisica è un elemento basilare per uno stile di vita sano:
Abitudini alimentari sbagliate, sia nella quantità che nella qualità, possono essere causa dell’insorgenza di malattie croniche come l’obesità e il sovrappeso, l’ipertensione arteriosa, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio, le malattie metaboliche, il diabete tipo 2, alcune forme di tumore.
Gli alimenti di cui disponiamo sono tanti e molti sono i modi per realizzare una dieta salutare.
Modificare i comportamenti alimentari delle persone, promuovendo uno stile di vita sano, richiede cambiamenti individuali e sociali e dunque lo sviluppo di politiche e interventi mirati. In questo senso, un target privilegiato da tenere in considerazione sono i bambini e gli adolescenti poiché le loro abitudini alimentari possono avere conseguenze negative sia sulla salute che sull’educazione. Gran parte dei giovani, infatti, non conosce o non osserva raccomandazioni nutrizionali importanti come mangiare frutta e verdura, fare una colazione adeguata, evitare bibite zuccherate, ecc.
Secondo uno studio pubblicato Archives of Disease in Childhood la salute del cuore dei bambini è a rischio se mangiano cibi precucinati e consegnati a domicilio già pronti. I ricercatori della St George’s University di Londra guidati dalla dott.ssa Angela Donin, hanno intervistato 1948 bambini della scuola primaria di età compresa tra i 9 e i 10 anni e i rispettivi genitori, dividendoli tra coloro che non mangiavano mai cibo pronto a domicilio ( circa un quarto del campione) e coloro che lo mangiavano meno di una volta a settimana (1 bambino su 2) e i restanti che lo consumavano almeno una volta a settimana. Proprio questi ultimi presentavano un profilo di grassi nel sangue meno sano, con un potenziale aumento di rischio cardiovascolare a lungo termine.