La notizia arriva dal College of Liberal Arts della Temple University, confermata da Jordan Shapiro, associate director for digital innovation: la gamma dei libri generazione 3.0 è già in cantiere. Saranno digitali e interattivi e favoriranno l’apprendimento in tutte le sue forme.
Si tratterà di testi, se così si possono chiamare, estremamente “intelligenti”. Disponibili su supporti alla stregua dei tablet di ultima generazione, saranno in grado di comunicare con il “lettore” e adeguarsi alle sue esigenze. Saranno capaci di capire cosa interessa allo studente e, conseguentemente, quali sono le sue aree di miglioramento, attraverso l’analisi dei dati di fruizione; allo stesso modo potranno aggiornare il loro contenuto in tempo reale qualora il dispositivo dovesse rilevare, sulla base dei dati traffico elaborati, uno scarso interesse verso la proposta corrente.
Si passa, dunque, da una concezione editoriale di “prodotto” a una rielaborazione totale che porta il libro a proporsi come servizio a disposizione della società.
Se pensate che sia una realtà troppo futuristica vi sbagliate, la tecnologia, infatti, esiste già. I colossi dell’editoria americana come McGraw- Hill, Pearson e Houghton Mifflin Harcourt sono già alla ricerca di piattaforme che permettano agli educatori di “ costruire” il libro di testo e il programma per i propri studenti. Il settore, ha già catturato l’attenzione di molte aziende leader del settore informatico quali Microsoft e Google che, a loro volta, stanno lavorando a programmi che siano in grado di permettere l’elaborazione del contenuto del libro 3.0.
Oltre agli ampiamente noti colossi ci sono anche altre aziende e marchi che si interessano alla questione come ad esempio Amplify, la divisione tablet based per il mobile learning di News Corporation; il settore, si occupa principalmente di elaborare di sistemi di apprendimento non convenzionali e, soprattutto, innovativi come videogame che insegnano l’algebra, testi di letteratura che uniscono rappresentazioni teatrali, tutto ciò, con la collaborazione di disegnatori, insegnanti e programmatori con la passione per l’educazione.
Abbandonare l’odore della carta stampata è uno degli svantaggi del processo di digitalizzazione, tuttavia, a parte questo piccolo particolare, l’innovazione pare avere solo punti di forza. Uno dei primi vantaggi della digitalizzazione, infatti, è il fattore economico, considerato che il costo per accedere a una delle università americane è cresciuto del 25% mentre il costo dei testi di circa l’82% (dato forniti dal Government Accountability Office).
Gli insegnanti, dal canto loro, avranno tutt’altro che da preoccuparsi, poiché se prima impiegavano del tempo per valutare il livello di conoscenza dell’allievo, con le nuove tecnologie basterà un click o poco più, non solo, i nuovi testi saranno in grado, oltre che di sondare il livello di preparazione dell’alunno, anche di allargare il campo di conoscenza e agire sulle aree di potenziamento. I più preparati avranno contenuti extra a disposizione sul dispositivo digitale, mentre quelli che avranno da migliorare potranno approfondire gli argomenti nelle aree dedicate. Questa impostazione, inoltre, consentirebbe di portare tutti sullo stesso piano, di organizzare e seguire tutti gli studenti contemporaneamente senza lasciare indietro nessuno.
Un esempio di questo approccio è rappresentato da “Aleks” (Assessment and learning in knowledge space), dedicato ai bambini; si tratta di un sistema di intelligenza artificiale elaborato da McGraw Hill Education , disponibile sia su pc che su tablet. Il sistema, consente di valutare il livello di preparazione dello studente in matematica e assegnare degli esercizi ad hoc.