(Adnkronos) – Se Giorgia Meloni chiede agli elettori di scrivere ‘Giorgia’ sulla scheda, Ursula von der Leyen chiede di chiamarla semplicemente ‘Ursula’.
L’obiettivo della premier italiana e della presidente della Commissione europea – le cui strade si sono allontanate negli ultimi tempi, dopo mesi di grande vicinanza, anche se resta l’apertura ai conservatori guidati da Meloni – sembra essere lo stesso: dare un’immagine di sé più vicina alla gente.
Per von der Leyen, più volte ministra nei governi Merkel, è un po’ un ritorno alle origini, dopo il mandato alla Commissione europea in cui si è dovuta trasformare in ‘manager in chief’ per gestire la pandemia e poi mettersi l’elmetto per sostenere la guerra in Ucraina.
Il team che segue la campagna elettorale della politica tedesca, candidata di punta del Ppe al voto di giugno, è al lavoro per rinnovare la sua immagine, puntando sul lato più personale di von der Leyen, mamma di sette figli e nonna, desiderosa di far crescere la sua famiglia in un’Europa più sicura.
“Più di un’Unione, la nostra casa”, lo slogan che campeggia sul suo manifesto postato sul suo account X di candidata del Ppe, nel quale campeggia anche un cerchio con sei stelle e la scritta Ursula 2024.
Più empatia, dunque, per far riemergere la von der Leyen che nel 2008, quando era ministra della Famiglia, si lasciò tirare fuori da un bidone della spazzatura dall’attore Hugh Jackman durante un show in tv, e far dimenticare, almeno per ora, la presidente nota per la ferrea autodisciplina che dorme al Berlaymont, il palazzone della Commissione, dopo giornate e weekend lunghissimi di lavoro, scrive il sito di Politico Europe.
L’elemento “personale” è la chiave, ha spiegato ai giornalisti Alexander Winterstein, suo portavoce per la campagna elettorale. “La gente la conosce come la presidente della Commissione – sottolinea – Quello che forse la gente sa meno è chi è in realtà come persona… Chi è Ursula von der Leyen?”.
“Come madre di sette figli, voglio che crescano in un’Europa sicura e prospera”, scrive, a mano, sul suo sito web Ursula. Che è già un ‘brand’: nel 2019, la maggioranza che l’aveva votata al Parlamento europeo – popolari, socialisti e verdi – era stata battezzata con il suo nome.
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