(Adnkronos) – E’ il più giovane primo ministro nella storia della Quinta Repubblica francese, nominato da Emmanuel Macron che, a 39 anni, è stato il più giovane presidente. Gabriel Attal, 34 anni, ha superato l’ex premier socialista Laurent Fabius che era stato nominato a Matignon all’età di 37 anni nel 1984 dall’ex presidente François Mitterrand. Nato a Clamart, nel dipartimento degli Hauts de Seine, alla periferia di Parigi, Attal ha già un curriculum impressionante nonostante la sua giovane età ed è attualmente uno dei politici francesi più popolari con il 40% di giudizi positivi. L’attuale ministro dell’Istruzione (è stato nominato a luglio del 2023), è stato già ministro con delega ai Conti pubblici tra maggio del 2022 e luglio del 2023, portavoce del Governo tra luglio 2020 e maggio 2022 e segretario di Stato all’Istruzione tra ottobre 2018 e luglio 2020. In precedenza è stato portavoce di La République en Marche, il partito fondato da Emmanuel Macron nel 2016 ed è stato successivamente eletto deputato a giugno 2017 dopo la vittoria del partito alle legislative (e rieletto a giugno del 2022). Figlio di Yves Attal, avvocato e produttore cinematografico morto nel 2015 all’età di 66 anni, Gabriel Attal è di origine ebrea tunisina ma sua madre Marie de Couriss, proveniente da una famiglia russa bianca di Odessa, lo ha educato alla religione cristiana ortodossa. Da quando è entrato al Governo, all’epoca guidato dall’ex premier Edouard Philippe, Attal – che è stato anche il più giovane in Francia ad entrare in un esecutivo all’età di 29 anni – non abbandona mai la scrivania di suo padre che trasporta da un ministero all’altro. Il nuovo premier, gay, partner di Stéphane Sejourné, attuale presidente di Renew Europe e segretario generale di Renaissance, con cui ha siglato un Patto civile di solidarietà (Pacs) nel 2017, è uno dei pochi politici francesi ad aver parlato senza tabù della sua omosessualità anche se l’outing non è venuto da lui ma dall’avvocato populista vicino a Julian Assange e ai gilet gialli, Juan Branco che era uno suo ex compagno di scuola all’Ecole alsacienne, una prestigiosa scuola privata frequentata dalle famiglie privilegiate del quartiere Saint-Germain-des-Près a Parigi. Successivamente entra nel 2007 all’Institut d’etudes politiques de Paris (Sciences Po) e poi si laurea in giurisprudenza all’Università Panthéon-Assas a Parigi.
Da sempre vicino Macron, di cui ha seguito tutta l’ascesa fino all’Eliseo, il 34enne si è fatto le ossa nel Partito socialista. Ex militante del Mouvement dei giovani socialisti e consigliere della ministra della Sanità, Marisol Touraine durante la presidenza del socialista François Hollande, Attal faceva parte della corrente vicina all’ex ministro dell’Economia francese e direttore generale dell’Fmi, Dominique Strauss – Khan. Lascia il Ps nel 2016 alla costituzione di En Marche, il partito di Emmanuel Macron. Come ministro dell’Istruzione è stato all’origine del divieto a scuola dell’abaya – l’indumento femminile utilizzato in alcuni paesi musulmani e in particolare nel Golfo Persico – e con la sperimentazione dell’uniforme in classe ha sedotto negli ultimi mesi anche l’elettorato di destra. Formidabile comunicatore, sottolinea ‘Le Monde’, “Gabriel Attal è ossessionato dalla sua immagine. I suoi rivali lo descrivono come ‘vuoto’ e ‘meccanico’, senza scrupoli. “Non ho tabù”, dice, preferendo il pragmatismo, che a suo dire è una garanzia di efficacia, piuttosto che i grandi principi. Alle elezioni regionali del 2021 ha sostenuto la necessità di ‘reinventare’ il Fronte Repubblicano contro il partito di estrema destra del Rassemblement National, opponendosi ad altri – come lui provenienti della sinistra – come l’ex ministro dell’Interno Christophe Castaner, per il quale questo principio intangibile non dovrebbe mai essere aggirato”. Sebbene abbia votato per la candidata socialista Ségolène Royal alle elezioni presidenziali del 2007, ricorda il quotidiano francese, Attal ha segretamente ammirato la campagna elettorale di Nicolas Sarkozy, che lo ‘affascina’ e con il quale ha pranzato, per la prima volta, a settembre del 2023. Il neo premier, rileva ancora ‘Le Monde’, è anche consapevole del ‘deficit’ di anima che continua a perseguitare la maggioranza di Macron: “Dobbiamo parlare di più ai cuori”, ripete Attal. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)