Torniamo, a pochi giorni di distanza, a parlare di nucleare e radioattività. Lo facciamo per alcuni inquietanti risvolti che si celano dietro l’invasione russa in Ucraina. I militari russi impegnati qualche settimana fa nell’occupazione di Chernobyl sarebbero in pericolo a causa delle radiazioni nucleari assorbite in quel periodo. Uno scenario che ci fa ripiombare in un incubo ma anche in qualcosa di già visto, anche se in maniera diverse, in altre guerre.
Il disastro di Chernobyl
Uno dei primi obiettivi militari di questa guerra è stata Chernobyl, la cittadina ucraina sede della centrale nucleare teatro del gravissimo incidente nel 1986. Secondo le cronache gli scontri sarebbero avvenuti anche nella zona contaminata senza il rispetto di alcuna precauzione. L’impianto è dismesso ma tutt’altro che abbandonato. Personale dedicato è addetto alla sua manutenzione per evitare che continui a rilasciare materiale radioattivo. Intorno alla centrale esiste una zona di sicurezza del raggio di 30 chilometri della quale fa parte anche la “Foresta rossa” chiamata così dal colore che gli alberi hanno preso con l’assorbimento delle radiazioni. Il terreno nel quale questi alberi affondano le loro radici sono altamente contaminati. Tutte informazioni che, a giudicare dai loro comportamenti, dovevano essere sconosciute (o sottovalutate) ai militari russi.
Chernobyl e il pericolo di radiazioni nucleari
Secondo quanto riportato dal personale della centrale nucleare, i soldati invasori, infatti, una volta arrivati nella cittadina, avrebbero allestito il loro accampamento proprio nella Foresta rossa. In piena zona di sicurezza hanno anche scavato bunker e trincee (rilevabili dalle immagini satellitari). Avrebbero maneggiato oggetti contenenti cobalto 60. All’interno della centrale avrebbero fatto razzia di computer e di attrezzatura. Il tutto senza un minimo di protezione, da semplici guanti a maschere. Gli avvertimenti degli impiegati della centrale sulla pericolosità della situazione sono rimasti inascoltati.
Una missione suicida
Con il loro comportamento superficiale, o forse ignaro dei pericoli, i soldati russi che hanno partecipato all’occupazione di Chernobyl si sono esposti a radiazioni circa 50 volte più alte del normale. Alcuni di loro avrebbero manifestato i primi sintomi di tale esposizione e sarebbero stati ricoverati in ospedali in Bielorussia. Secondo il ministro dell’Energia ucraino, German Galushchenko, resta loro non più di un anno di vita.
Parlavamo di ignoranza. Il disastro di Chernobyl è accaduto 36 anni fa quando forse questi soldati non erano ancora nati, forse lo erano i loro superiori. Una serie tv pluripremiata ha raccontato con straordinaria verosimiglianza quello che accadde allora ma Putin l’ha archiviata come propaganda americana. Possibile che nessuno fosse consapevole dei rischi che si correvano entrando a Chernobyl? Quali saranno le conseguenze di questi disastri creati nella cittadina a 100 chilometri dalla capitale oggi non sappiamo prevederli. Nei prossimi mesi assisteremo a un nuovo Kosovo?