Due disastri in quattro mesi. Il primo silenzioso come un mistero, il secondo chiassoso come un’esplosione. Il primo è il volo MH370, che l’8 marzo 2014, a Kuala Lumpur, dice ai suoi 227 passeggeri di allacciare le cinture perché si parte, destinazione Pechino. Il velivolo sparirà. Il secondo è il volo MH17, che parte da Amsterdam il 17 luglio e a Kuala Lumpur ci deve arrivare. Bum. Non ci arriverà mai.
Due episodi, contenuti però nello stesso nome come piccole matrioske o enormi batoste. Il nome è Malaysia Airlines, la compagnia di bandiera malese; le batoste riguardano le paure emerse davanti ad un’ipotesi concreta: quella del fallimento.
La compagnia, di proprietà del governo malese per il 69%, è attiva dal 1972. La flotta di 151 aerei serve 29 Paesi con 340 voli al giorno. I dipendenti sono quasi 20mila, e i passeggeri nel 2013 sono stati 20 milioni. Prima del 2014, in 42 anni di voli, gli incidenti fatali sono stati due. In queste ore il sito ufficiale della compagnia è grigio e spento. Qualche riga, alcune parole. Ci sono le condoglianze a tutti i parenti delle vittime dell’ultimo incidente. La sezione offerte è vuota, perché oggi non ha davvero nulla da proporre.
Già prima dei due tragici episodi la compagnia aerea non volava in cieli sereni. ll debito accumulato negli ultimi 3 anni dalla compagnia è pari a 1,3 miliardi di dollari. Negli ultimi 12 mesi, il titolo quotato in borsa ha fatto registrare performance così negative da mettere recentemente in discussione la quotazione stessa della compagnia. Se può andare peggio – e può, per ora – la compagnia dovrà versare ai parenti delle vittime – come risarcimento iniziale – 150mila dollari per ogni persona scomparsa. La lista delle vittime è lunga 537 nomi.
Mohshin Aziz, un analista della Malayan Banking, ha detto a Bloomberg Television che la compagnia non dispone dei capitali necessari per sopravvivere, e che entro la metà del prossimo anno chiuderà per sempre i suoi portelloni. Una previsione, questa, che trova il favore di un report pubblicato la settimana scorsa da Daniel Wong, analista della Hong Leong Investment Bank. I dati fin qui registrati non esaltano: nel 2013 la Malaysia Airlines ha perso 1.17 miliardi di dollari, e da inizio 2014 ha fatto registrare perdite per 110 milioni.
Se la compagnia riuscisse a sopravvivere dovrebbe fare i conti con un bilancio che le previsioni attuali vedono negativo almeno fino al 2016, come riportano dati Bloomberg. Così, nella peggiore delle ipotesi da un lato ci sarebbe la bancarotta, dall’altra la privatizzazione. Dalle nostre parti, una storia aerea non troppo originale.