Giovedì 18 maggio, presso la “Sala dell’Ostrichina” del Parco Borbonico del Fusaro di Bacoli (NA), nei Campi Flegrei. Con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, si è inaugurata la mostra collettiva di pittura “Figurazione materica”, a cura di Rosario Pinto. 37 artisti campani o «di estrazione campana, che, negli ultimi 80 anni, si sono distinti nel particolare segmento della pittura figurativa nella sua specifica accezione materica», si legge sul retro della locandina. La mostra sarà visitabile fino al 1° ottobre 2023, ogni venerdì e sabato dalle ore 17,00 alle 20,00. Domeniche e festivi dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,30.
Ma chi sono questi pittori? Non potendo citarli tutti, per non stilare un elenco della spesa (comunque sono citati nell’immagine di copertina), citiamo almeno Antonio Ciraci, il quale per la “Sala dell’Ostrichina”, espleta le funzioni di direttore artistico; poi una citazione va fatta per quelli “storicizzati”, e vale a dire Luigi Crisconio, Emilio Notte, Franco Girosi, Salvatore Vitagliano, Raffaele Lippi, Rubens Capaldo ed Enrico Cajati. Una citazione meritano anche Vincenzo Aulitto (uno dei pochi flegrei presenti, scomparso da qualche anno), Gennaro Ippolito, promotore con Giovanna Donnarumma dello spazio d’arte “Lineadarte” di Napoli (la stessa promuoverà il 1° giugno alle ore 17,30, nello stesso Parco del Fusaro, ma alla Casina Vanvitelliana, la IV Biennale del Libro d’Artista 2023, ideata e curata dai due promotore dell’Officina Creativa napoletana, con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Bacoli, e la collaborazione attiva del Comune di Procida e della Biblioteca Comunale dell’Isola di Arturo) e Gloria Pastore, una delle poche artiste presenti che hanno interessato la nostra piacevole curiosità, con un’opera molto vicina alla poesia visiva piuttosto che a quella figurativa.
Non mancano presenze femminili, poche in verità: oltre alla citata Pastore, Tonia Erbino, Consiglia Giovine, Alessandra Maisto, Adele Monaco, Maria Sara Pistilli.
In un’epoca dove non esistono più gruppi correnti movimenti, nonostante la maggior parte degli artisti, in generale, rispecchiano l’andamento negativo della società odierna, in cui l’individualismo la fa da padrone, il vernissage di giovedì è riuscito a coinvolgere un buon numero di visitatori, raccogliendo un discreto successo. Ma che cos’è la figurazione materica? Come si rapportano le opere esposte con essa? Basta semplicemente l’ispessimento del colore, dei pigmenti, delle pennellate, cioè con una più accentuata consistenza materica sulla tela o ci sono altri fattori che la determinano?
Secondo il curatore Rosario Pinto, non basta, o meglio non è «il solo “grumo” ispessito del pigmento ad accreditare la tenuta “carica materica”, giacché questa può trovare ancoraggio e fondazione anche nella sola notazione di un addensamento del “segno”» (Le ragioni della figurazione materica). Allora cosa? Cos’altro scende in campo per determinarla? Prima occorre – secondo il buon Rosario Pinto – «affermare che la consistenza “materica” costituisce un dato di ancoraggio irrinunciabile per la pratica artistica, al di là del fatto che essa si configuri di caratura iconica o aniconica» (ibid.). È sufficiente come spiegazione? Ovviamente no, almeno per noi, visto che qualsiasi figurazione sulla tela è supportata dalla materia, dai tempi memori; anche un semplice, o meglio, meno carico strato di pittura è già materia, ispessita o non ispessita. Quindi, perché definire una figurazione in “figurazione materica”? In base alla quantità maggiore di pigmenti addensati sulla tela? Semmai, visto che sono il gesto e la creatività a definire un atto artistico, sia esso figurativo o informale, e no una consistenza materica, perché non parlare – nel caso del figurativo – semplicemente di “arte figurativa”? In futuro il critico ci sbalordirà, conoscendo la sua ottima preparazione e serietà, facendoci cambiare idea? Ci auguriamo di sì, per ora restiamo in attesa di poterci capire di più, e viva l’arte.