Anche senza il consueto bagno di folla e il rituale passaggio di consegne, la cerimonia di giuramento di Joe Biden e di Kamala Harris è stato un momento importante nella storia degli americani. Non sono neanche mancati i momenti di show con le performance di Lady Gaga e Jennifer Lopez. Il 20 gennaio 2021 ha concentrato tutte insieme contingenze che passeranno alla storia. Ora, però, che il guado è stato passato quali sono i cambiamenti che ci aspettiamo dal 46° presidente degli Stati Uniti?
La cerimonia di giuramento di Joe Biden e Kamala Harris: perché la ricorderemo
E’ stata una Washington fredda e soleggiata ad accogliere il corteo presidenziale. Una fila di berline blindate ha percorso il viale antistante Capitol Hill, in queste occasioni sempre gremito di spettatori, stavolta circondata solo da un imponente apparato di sicurezza. L’assalto del 6 gennaio è un ricordo ancora troppo recente per lasciare spazio ad anche un minimo errore. Il rito del giuramento, così come le esibizioni di Lady Gaga e Jennifer Lopez, si è svolto anch’esso con un pubblico ristretto, rigorosamente distanziato e con mascherine. Testimonianza della ferita inferta al mondo dalla pandemia.
Il grande assente
Nel parterre ci sono i presidenti predecessori di Biden con le loro rispettive consorti, ci sono George e Barbara Bush, Bill e Hilary Clinton, Barak e Michelle Obama. Ci sono tutti tranne loro: Donald e Melania Trump. Il tycoon è volato in Florida disertando la cerimonia come aveva annunciato. Una decisione che, oltre a privare questo giorno di una parte del cerimoniale, non ha precedenti nella storia. Come non ha precedenti, nella storia americana, l’elezione di una donna alla carica di vicepresidente. L’orgoglio di Kamala Harris prima vicepresidente donna per di più di origini afroamericane e asiatiche si legge tutta nel momento del suo giuramento. Chissà che non la ritroveremo in corsa per le presidenziali tra quattro anni. Uno scenario possibile considerata l’età del neo presidente.
Venti di cambiamento
Come cambiano gli Usa con l’elezione di Biden? Sono grandi le sfide che questa amministrazione si trova ad affrontare dopo il quadriennio di Trump. Un Paese diviso e violento e una scellerata gestione della pandemia sono l’eredità più pesante. Sarà un compito arduo quello di riconciliare il Paese, di porre fine a questa guerra (in)civile. Biden, ha voluto, dare la sua impronta da subito, firmando al suo ingresso alla Casa Bianca subito dopo la cerimonia, i primi provvedimenti. Uno riguarda il 20 gennaio proclamato giornata nazionale di unità. C’è poi la pandemia che negli USA ha fatto 400.000 vittime. Un gesto simbolico e un atto ufficiale segnano il cambio di passo anche in questo ambito. Un provvedimento firmato subito che riguarda l’obbligo delle mascherine negli uffici del governo e nei luoghi federali e 400 luci che al Lincoln Memorial ricordano, appunto, le vittime. Altri provvedimenti, firmati subito, riguardano i cambiamenti climatici. Bisognerà capire ora in quali altri ambiti della politica, dall’economia agli esteri, il nuovo presidente vorrà fare la differenza.
In copertina foto di Please Don’t sell My Artwork AS IS da Pixabay