In Campania il partito radicale fa parte della coalizione a supporto del democratico De Luca. Da qualche giorno Emma Bonino è in sciopero della fame e della sete. Discutiamo della protesta della Bonino con Manuela Sagliocco, segretaria della cellula napoletana dell’associazione Coscioni
Emma Bonino, candidata del centro-sinistra per la regione Lazio, ha cominciato da qualche giorno uno sciopero della fame “per il ripristino della legalità “. A spingere l’esponente del partito radicale a questa estrema forma di protesta sono le condizioni imposte per la raccolta firme per la presentazione delle liste di candidati alle prossime consultazioni elettorali. In Campania il partito radicale fa parte della coalizione a supporto del democratico De Luca. Discutiamo della protesta della Bonino con Manuela Sagliocco, segretaria della cellula napoletana dell’associazione Coscioni, candidata nelle fila del partito radicale alle prossime regionali nella circoscrizione di Caserta.
Sagliocco, lei aderisce allo sciopero della fame indetto dalla Bonino?
No, poiché già soffro di problemi alimentari e digiunare non mi farebbe bene. Ma ne condivido le ragioni.
Ci può spiegare quali sono i motivi della protesta?
Il problema principale è rappresentato dalle autenticazioni delle firme. Secondo la normativa vigente, ogni tavolo per la raccolta delle firme deve avere un pubblico ufficiale in loco che autentichi le firme. Ciò si traduce in un grandissimo dispendio di tempo e di risorse economiche. E vuole sapere il paradosso qual è?Dica.
Che alle forze politiche già presenti nel consiglio regionale non sono richieste le firme. Praticamente i grandi partiti, che avrebbero meno difficoltà nel mettere in piedi la macchina organizzativa necessaria e a sostenere le relative spese, sono esentate da quest’obbligo. Le liste minori, invece, si devono sobbarcare un onere che può divenire insormontabile. La raccolta delle firme, insomma, diventa un imbuto in cui a perderci è il pluralismo, essenza stessa della democrazia.
Esattamente di quante firme ha bisogno una lista?
Ogni provincia ha una sua quota in base alla popolazione. In Campania, complessivamente, servono circa diecimila firme.
Non sembra una cifra eccessiva in una regione che conta circa sei milioni di abitanti.
Si deve però tener presente che abbiamo avuto appena un mese di tempo a disposizione. E si consideri che noi non siamo politici per professione: io sono studentessa universitaria, e la raccolta firme l’ho dovuta fare nei weekend.
Ma qual è il biglietto da visita dei radicali in Campania?
Noi, come associazione Luca Coscioni, dei risultati li abbiamo raggiunti. A Caserta abbiamo ottenuto l’istituzione di un registro per i cittadini che hanno fatto il testamento biologico. Domani (25 febbraio, ndr) faremo un presidio al comune di Napoli. Insieme agli amici della consulta per la laicità delle istituzioni, di cui fanno parte altre associazioni quali la Exit, Libera Uscita, il comitato Piero Gobetti, l’Udi, il circolo UAAR, il comitato provinciale Arcigay e i radicali della Ernesto Rossi, siamo riusciti a far mettere all’ordine del giorno del consiglio comunale l’istituzione del registro del testamento biologico. Vigileremo affinché il capoluogo sia dotato di questo importante strumento giuridico.
Roberto Procaccini