Non sono mancate esplicite frecciate a chi ha insinuato che l’iniziale orientamento del partito a correre da solo fosse un modo per replicare anche in Campania il ribaltone eseguito nella giunta siciliana
Si è svolto nella sala congressi dell’hotel Ramada di Napoli un infuocato incontro elettorale del Movimento per le Autonomie. La manifestazione, secondo il programma, avrebbe dovuto ospitare Stefano Caldoro, candidato presidente del centro-destra, e Riccardo Villari, il parlamentare ex-Pd protagonista nell’autunno 2008 della querelle relativa alla presidenza della Commissione di Vigilanza Rai e mancato candidato alla presidenza della regione Campania proprio per l’Mpa. I due, però, hanno disertato l’incontro per sopraggiunti impegni istituzionali. Sebbene il partito di Lombardo faccia parte di una lista comprendente nuovo Psi, Repubblicani e Italiani nel Mondo, al Ramada erano presenti solo suoi esponenti, cosicché il tutto si è risolto in una “festa in famiglia” per Angelo Marino, il candidato sul quale la dirigenza campana del movimento per le Autonomie tutto sta puntando. Come si è detto, però, la manifestazione è stata infuocata, sia per i toni usati dai relatori che per la passionale risposta del nutrito pubblico presente in sala. Ad aprire i lavori è stato Giovanni Pistorio, capogruppo al Senato e portavoce dell’Mpa. Nel suo discorso si sono susseguiti riferimenti alle condizioni di crescita del Movimento, partito relativamente giovane che si propone di divenire voce istituzionale delle istanze del Mezzogiorno, nonché i dovuti richiami all’importanza della prossima tornata elettorale. Non sono mancate, però, esplicite frecciate a chi ha insinuato che l’iniziale orientamento del partito a correre da solo fosse un modo per replicare anche in Campania il ribaltone eseguito nella giunta siciliana: «il nostro sostenere oggi Caldoro dimostra che non è così, e vi assicuro che la dirigenza campana lavora in assoluta autonomia rispetto a quanto succede altrove». Il senatore Pistorio è stato più duro e più esplicito ancora in merito ad alcune questioni relative allo scenario nazionale e ad incomprensioni con i partiti di maggioranza, con i quali l’Mpa è in coalizione anche in Campania: «Noi meridionali abbiamo subito torti straordinari da questo governo, che ancora non ha mantenuto il patto per il Sud sottoscritto tra l’Mpa e Silvio Berlusconi nel 2008. L’elettorato del centro sud è stato fondamentale per il trionfo del centro-destra, eppure non è stato rispettato un solo punto del nostro patto». Più posato l’intervento di Angelo Marino, avvocato civilista proveniente da Alleanza Nazionale, il quale, dopo aver lamentato la povertà di contenuti da ambo le parti dell’attuale campagna elettorale, è poi passato ad esporre il proprio programma, centrato su lavoro, programmazione, crescita economica e sicurezza. A far impennare i toni e ad infiammare la platea ha provveduto Salvatore Ronghi, vicepresidente del consiglio regionale eletto nel 2005 in AN e poi passato nell’Mpa. Già nel salutare il senatore Pistorio, il quale si apprestava ad abbandonare anzitempo la sala per fare ritorno a Roma, Ronghi ha tuonato: «va a votare la cacciata di un delinquente che fa il senatore», con ovvio riferimento al senatore Pdl Di Girolamo in odore di ‘Ndrangheta. Di seguito ha discusso a braccio della situazione campana, lamentandosi dell’inconsistenza dell’alternativa fin’ora offerta da Caldoro, e accanendosi sulla questione delle liste. «La Carfagna ha parlato tanto di codice etico, ma poi mi ha deluso. Le liste sono piene di inquisiti, condannati ed ex detenuti. Dov’è il codice etico!? Chi è la camorra, quello che spara o quello che sta al consiglio!? Chi è il camorrista, chi costruisce la casa abusivamente o chi fa la lista?! ». Ronghi, commentando la propria scelta di non ripresentarsi al consiglio regionale dopo tre mandati consecutivi per lasciare spazio ad un certo ricambio generazionale, ha trovato occasione per lanciare ulteriori stilettate: «al mio posto qualcuno avrebbe approfittato per candidare la moglie, il figlio, il parente. Io non l’ho fatto!». L’Mpa, dunque, non si accontenta di fare la corsa elettorale a semplice supporto subalterno del Pdl. Facendo richiamo ai valori della destra sociale e puntando sulla capacità di rappresentare il territorio, il Movimento per le autonomie intende accrescere il proprio peso anche in Campania, ed è chiaro che vuole iniziare la propria rincorsa proprio sull’elettorato del Pdl. Non è un caso che più che parlare di Bassolino o di De Luca (dei quali certo non si è neanche taciuto), Pistorio, Marino e Ronghi abbiano preferito concentrarsi sugli alleati.
Roberto Procaccini
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