Censimento Italia: l’Istat ha recentemente diffuso i principali risultati del Censimento permanente della
Popolazione e delle Abitazioni la cui terza edizione si è svolta lo scorso autunno. Come sappiamo, infatti, la metodologia per censire la popolazione italiana ha subito un’importante variazione: non coinvolge più l’intera popolazione ogni dieci anni ma un campione più ristretto ogni anno. Con i dati emersi sul 2021, per la prima volta abbiamo l’opportunità di conoscere elementi nuovi sugli italiani.
Censimento Italia: i dati principali
Il primo dato che emerge dal Censimento è il decremento della popolazione residente. La popolazione censita in Italia al 31 dicembre 2021 ammonta a 59.030.133 residenti, 206.080 individui in meno rispetto al 2020, un calo pari allo 0,3%. La flessione riguarda soprattutto le regioni del Centro Italia (-0,5%), seguite dalle regioni del Nord (-0,4%); nel Sud è limitata allo 0,2% e nelle Isole ci sono appena 3mila unità in meno. Sui numeri citati fanno ancora sentire il loro effetto le morti per Covid. Eppure il decremento non è solo il risultato di una semplice sottrazione ma anche di una diminuzione della popolazione straniera. Il calo di popolazione è minore nei comuni con una popolazione fino a 5mila abitanti e nei comuni con popolazione tra i 5 e i 20mila abitanti.
Più donne e anziani
La popolazione per il 51,2% è costituita da donne che superano gli uomini di 1.392.221 unità. Il rapporto tra i due sessi è di 95,4 uomini ogni 100 donne. La differenza più bassa si registra in Trentino-Alto Adige (97,7), la più alta in Liguria (92,6).
Più elevata è anche l’età media che si è innalzata di tre anni rispetto al 2011 (da 43 a 46 anni). Un dato che rendo il nostro Paese sempre più vecchio. La regione più giovane si conferma la Campania (età media di 43,6 anni) mentre la Liguria è ancora la più anziana (49,4, anni).
Quanto al livello di istruzione, in 10 anni è notevolmente calato il numero degli analfabeti. Il 36,3% della popolazione è in possesso di un diploma, il 15% è laureato e lo 0,5% è dottore di ricerca.
Nuove categorie considerate
La rilevazione di quest’anno ha censito, attraverso la consultazione delle anagrafiche comunali, tre categorie mai considerate prima: coloro che vivono nelle convivenze anagrafiche; le persone che risiedono in campi autorizzati o tollerati e spontanei; le persone senza tetto e senza fissa dimora. Tre categorie che in totale rappresentano lo 0,8% della popolazione censita (463.294 unità). Le persone che vivono stabilmente in convivenze anagrafiche, cioè RSA, strutture di accoglienza per immigrati, istituti religiosi, sono 351mila. Le persone senza tetto e senza fissa dimora sono poco più di 96mila. 16mila unità sono invece residenti nei campi attrezzati o negli insediamenti tollerati e spontanei. Più di un terzo della popolazione residente in convivenza è costituito da stranieri; quasi il 38% delle persone senza tetto e senza fissa dimora è di
nazionalità straniera e la componente maschile è prevalente. Quanto alla popolazione che vive nei campi o negli insediamenti, l’80% circa è rappresentato da cittadini italiani.
In copertina foto di Gerd Altmann da Pixabay