Ceneri defunti: il Vaticano fornisce nuove disposizioni per la loro conservazione. La prassi della cremazione è sempre più diffusa così come la dispersione delle ceneri. In virtù di ciò, l’arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, cardinale Carlo Maria Zuppi, ha presentato al Dicastero della dottrina e della fede una richiesta di chiarimento in materia.
La cremazione in Italia
Secondo i dati diffusi da SEFIT Utilitalia, in Italia nel 2022 sono risultati operanti 91 impianti di cremazione, solo 2 in più rispetto all’anno precedente. Tali impianti hanno effettuato, sempre nel 2022, 259.915 cremazioni di cadaveri e 45.986 cremazioni di resti mortali. Nel 2021 le cremazioni di cadaveri erano state 244.186 e quelle di resti mortali 45.987. Per resti mortali si intendono i cadaveri inconsunti per i quali sono scaduti i termini di sepoltura. Se si considera il rapporto tra mortalità e sistema di sepoltura, la cremazione, nel 2022, è stata scelta da circa il 36% degli italiani. Si consideri che nel 1995 la percentuale delle cremazioni era appena al 3%. Cosa motiva l’ascesa di questo trend? Prima di tutto motivi pratici ed economici. Con la cremazione si chiude il capitolo sepoltura in modo definitivo: non si passa cioè per la fase dell’esumazione, con i relativi costi e l’impatto emotivo. Gli anni della pandemia, poi, che hanno visto un aumento vertiginoso della mortalità, hanno spinto ulteriormente verso questa scelta.
Altro trend in ascesa, di cui, per ovvi motivi, non si conoscono i numeri è quello della dispersione delle ceneri in un luogo ritenuto caro all’estinto. Complice forse certa cinematografia americana, anche nel nostro Paese si sta diffondendo l’uso di disperdere le ceneri dell’estinto in un luogo da egli stesso indicato. Un trend che il nostro ordinamento giuridico ha recepito dando indicazioni precise.
Cosa dice l’ordinamento italiano sulla conservazione delle ceneri
La legge 130/2001 prevede che dopo la cremazione, l’urna cineraria, sigillata e con le indicazioni del defunto (nome, cognome, data di nascita e di morte) possa essere alternativamente tumulata, interrata o affidata a un familiare in rispondenza alle volontà del defunto. Elemento da non dimenticare è che non esistono concessioni eterne e pertanto una volta scadute i resti mortali sono trasferiti in spazi comuni dedicati.
Quanto alla dispersione delle ceneri, essa deve avvenire solo in aree appositamente destinate a ciò all’interno di cimiteri, in natura o in aree private. In quest’ultimo caso ci deve essere l’autorizzazione dei proprietari. E’ vietato disperdere le ceneri nei centri abitati e creare eventi con fini di lucro intorno alla dispersione. Per la dispersione in mare, laghi o fiumi, si può procedere solo in tratti liberi da natanti e da manufatti.
La dispersione può essere eseguita da:
- coniuge
- altro familiare avente diritto
- esecutore testamentario
- rappresentante legale di un’associazione che abbia nel proprio statuto la cremazione dei cadaveri di propri iscritti
In mancanza di queste figure, viene eseguita da personale autorizzato dal comune.
La conservazione delle ceneri dei defunti secondo il Vaticano
E’ in questa cornice in cui va inquadrata la lettera di chiarimento inviata dall’arcivescovo di Bologna, nonché presidente della CEI, cardinale Carlo Maria Zuppi, al Dicastero della dottrina e della fede. Lettera che poneva due quesiti in materia di ceneri di defunti. Il primo quesito riguardava la conservazione delle ceneri di un defunto; il secondo la conservazione cumulativa commista delle ceneri dopo la scadenza delle licenze cimiteriali.
Il cardinale Victor Manuel Fernandez, prefetto del Dicastero della dottrina della fede, ha risposto che una minima quantità di ceneri può essere conservata in un luogo caro al defunto mentre la gran parte va conservata in un luogo sacro che sia un cimitero o altro luogo adibito a questa funzione dall’autorità ecclesiastica. Il cardinale Fernandez ha precisato che l’esigenza di mantenere le ceneri in un luogo sacro evita che vengano meno le preghiere e il ricordo dei parenti ed eventuali mancanze di rispetto verso le spoglie una volta passata la prima generazione di parenti.
Per quanto attiene alla conservazione commista delle ceneri, il prefetto ha precisato che è possibile definire un luogo sacro e permanente dove ospitare le urne. Queste però devono riportare l’indicazione del defunto per preservarne la memoria nominale.
Le decisioni prese, secondo don Davide Cito, sono un modo per andare incontro agli affetti. Il docente di Diritto penale canonico, vicerettore della Pontificia Università della Santa Croce, nominato dal papa consultore della Congregazione per l’Educazione cattolica, ha precisato che purché non venga oscurato il senso cristiano della sepoltura rappresentano un modo per venire incontro alle diverse sensibilità.
In copertina foto di Katja Fissel da Pixabay