Il caso delle dimissioni di tutto il CDA della Juventus (compresi il presidente Agnelli, il vicepresidente Nedved ed l’AD Arrivabene) ha creato una situazione a dir poco surreale nel mondo del calcio. Una situazione molto intricata che deve essere raccontata punto per punto.
CDA Juventus: storia delle dimissioni degli alti vertici bianconeri
Nel momento in cui il mondo del calcio ha gli occhi puntati nella sfida tra Portogallo ed Uruguay in quel del Qatar per i mondiali, a Torino va in scena un vero e proprio terremoto. L’intero CDA della Juventus Football Club decide di dimettersi e lasciare le proprie cariche. Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene decidono, quindi, di mollare la Juventus. La motivazione delle persone interessate è quella di “aver fatto un passo indietro per permettere un nuovo corso alla Juventus“. La “vera” motivazione, però, arriva dalla procura di Torino e si chiama “Indagine Prisma”.
Cos’è l’Indagine Prisma?
L’indagine Prisma è una inchiesta nata ormai un un anno fa. L’indagine è gestita da un pool di magistrati composto dai sostituti procuratori Ciro Santoriello, Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianolio. Se il nome non vi è nuovo sarà perché ai tempi di Calciopoli nel 2006 aveva già indagato la Juventus per il reato di falso in bilancio. L’indagine Prisma vuole chiarire alcuni aspetti che riguardano la “vita finanziaria” della Juventus. Più precisamente, l’inchiesta verte su:
- Le fatture per i compensi agli agenti
- Le Plusvalenze dal 2018 al 2020
- La rinominata “Manovra Stipendi” ovvero il modo in cui la Juventus ha gestito la questione stipendi durante la pandemia
Di cosa viene accusata la Juventus?
L’indagine Prisma accusa la Juventus che nei suoi conti c’è una notevole differenza tra i risultati che sarebbero dovuti essere contabilizzati e quelli messi a bilancio al 30 giugno degli anni 2019, 2020 e 2021. Per essere più precisi i magistrati tre bilanci ed un anno ovvero il 2020 per la già citata Manovra Stipendi:
- Bilancio 2019: secondo la procura la perdita sarebbe dovuta essere di 84,506 milioni di euro quindi un Patrimonio Netto di -13,567 milioni di euro. Il bilancio bianconero di quell’anno segna un +31,243 milioni di euro grazie alla differenza tra le perdite pari a 39,9 milioni di euro e delle plusvalenze dal valore di 49,728 milioni di euro.
- Bilancio 2020: i conti dei bianconeri segnano delle perdite di circa 89,7 milioni e delle plusvalenze per 78,058 ma la Procura di Torino, invece, rileva che c’è stata una perdita di ben 236 milioni di euro
- Bilancio 2021: i conti dello scorso della Juventus vedevano un +28,827 milioni di euro ma non per la Procura di Torino che invece stima un patrimonio netto tra entrate ed uscite pari a -175,791 milioni di euro.
In ballo, quindi, ci son 205 milioni di euro di perdite. Questa cifra andandosi a sommare alle perdite già di chiarate dai bianconeri porterebbe il tutto a ben 542 milioni di euro di perdite.
Quali sono le accuse verso la Juventus e l’ex CDA?
Arriviamo, quindi, ai capi d’accusa che l’indagine Prisma ha formulato verso gli ex membri del CDA della Juventus e verso la società bianconera stessa. Il dimissionario consiglio d’amministrazione bianconero viene accusato per i reati di:
- Falso in bilancio
- Manipolazione del mercato
- Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di pubblica vigilanza
- Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti
Insieme al CDA ad essere accusato di questi reati è l’ex direttore sportivo Fabio Paratici. Attualmente Paratici copre il ruolo di Direttore Generale al Tottenham, in Inghilterra.
In qualità di persona giuridica, invece, la Juventus si vede imputata come ipotesi di reato quella presente all’art.2, 5 e 25 del D.Lgs n.231/2001 che si riferisce alla responsabilità dell’ente, ai reati tributari e agli abusi di mercato.
Cosa rischia sportivamente la Juventus?
Partiamo da un punto tanto semplice quanto fondamentale: la giustizia ordinaria e quella sportiva non vanno insieme, seguono due percorsi differenti. La Juventus, sotto questo punti di vista, è stata assolta anche in appello all’interno del procedimento sulle plusvalenze. La FIGC, prima dei nuovi documenti della Procura torinese, non aveva intenzione di aprire nuove indagini ma ora la situazione è cambiata. La Federazione ha, quindi, aperto un nuovo procedimento sulla parte relativa agli accordi con i giocatori per l’integrazione degli stipendi.
Le possibili “pene” vanno dalla multa all’inibizione dei dirigenti, fino ai punti di penalizzazione. Lo spettro della retrocessione potrebbe palesarsi solo nella remota ipotesi che la procura della FIGC riesca a dimostrare che la falsificazione dei documenti contabili sia stata realizzata al fine di ottenere l’iscrizione al campionato. Una ipotesi, come detto, molto remota grazie agli ultimi tre aumenti di capitale.