(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – Udienza chiave, domani mattina, al tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, nel processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e dei suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Domani, a partire dalle undici, sarà ascoltata la ragazza italo-norvegese, che nel luglio del 2019 denunciò il presunto stupro di gruppo che avrebbe subito dai quattro ragazzi imputati nel processo. La giovane, che oggi ha 23 anni e vive all’estero, verrà accompagnata dai suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano. Ma quali sono le accuse contro i quattro imputati?
Caso Grillo jr
“Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro giovani indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica” di quel momento. Sono soltanto alcune delle accuse della Procura di Tempio Pausania (Sassari) a carico dei quattro ragazzi della Genova bene. Pagine su pagine di orrori raccontati dalla giovane studentessa italo-norvegese, oggi ventiduenne, che avrebbe subito, quel 17 luglio di quattro anni fa. L’accusa è rappresentata in aula direttamente dal Procuratore capo Gregorio Capasso. Le indagini sono state chiuse per due volte. Secondo la Procura non fu “sesso consenziente”, come dice invece la difesa degli indagati. Per l’accusa è stata “violenza sessuale di gruppo”.
E per dimostrarlo hanno allegato agli atti, il racconto crudo della giovane che spiega di essere stata stuprata a turno. “Verso le sei del mattino – si legge in uno dei primi verbali – mentre R. M. (l’amica della vittima, sentita nella scorsa udienza, ndr) dormiva”, scrivono i magistrati, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box doccia del bagno, con uno dei ragazzi. “Gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”. Poi un’altra violenza, costringendo la giovane a bere mezza bottiglia di vodka contro il suo volere.
Le prove della Procura
La Procura ha anche una serie di fotografie e immagini che ha inserito nel fascicolo. “La ragazza ha poi perso conoscenza fino alle 15 quando è tornata a Palau”, scrivono i pm. La “lucidità” della vittima “risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti”. Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, che hanno sempre negato tutte le accuse di violenza sessuale, a metà luglio del 2019, erano in vacanza in Costa Smeralda, tra serate danzanti al Billionaire e cene con gli amici. Ma una notte, il 16 luglio, come poi ha raccontato la ragazza che all’epoca aveva 19 anni, si sarebbero resi responsabili di stupro di gruppo.
La ragazza, che è difesa dall’avvocata Giulia Bongiorno, ex ministra leghista nel primo governo Conte e oggi Presidente della Commissione Giustizia, è stata più volte dagli inquirenti e ha raccontato, fin nei minimi particolari, quanto sarebbe accaduto in quella notte. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, grazie al racconto della vittima, ma anche di alcuni testimoni, quella notte di metà luglio 2019, Ciro Grillo e i suoi tre amici avevano trascorso la serata al Billionaire. Poi, quasi all’alba, avevano lasciato il locale con due giovani studentesse milanesi. Le ragazze avevano seguito i quattro giovani nella villa di Beppe Grillo in Costa Smeralda. Solo che su quello che è accaduto qui ci sono diverse versioni.
Versioni sul Caso Grillo jr
Da un lato la ragazza, che ha raccontato di essere stata stuprata, dopo che l’amica si era addormentata. La giovanissima ha detto di essere stata costretta a un rapporto sessuale con uno dei ragazzi. E poi essere stata stuprata anche dagli altri tre. Per “cinque o sei volte”. Ma la versione fornita dai giovani rampolli della Genova bene è del tutto diversa. Hanno raccontato che il rapporto di gruppo con la giovane c’era stato ma che era “consenziente”. E per rafforzare la loro tesi hanno raccontato ai magistrati che li hanno interrogati più volte che dopo il primo rapporto, lei e il primo ragazzo, sarebbero andati insieme a comprare le sigarette, e al ritorno, nella villa del Pevero, a Porto Cervo, lei avrebbe avuto rapporti consenzienti con gli altri tre. E che nei giorni seguenti ci sarebbero stati scambi di messaggi con i ragazzi.
La denuncia è avvenuta solo successivamente, quando la ragazza era tornata a casa a Milano, quando ha raccontato quanto avvenuto durante una visita alla clinica Mangiagalli. Una versione che contrasta totalmente con quanto raccontato dalla ragazza. Nella scorso udienza, lo scorso 22 settembre, era stata sentita in aula, ‘Roberta’, l’amica della giovane italo-norvegese. Si era presentata in aula anche lei, ‘Silvia’, il nome è di fantasia, ma la sua presenza era stata contestata dai legali degli imputati e ha dovuto lasciare l’udienza. “Quella sera non erano né sobrie, né ubriache o incapaci di controllarsi”, ha raccontato ‘Roberta’ in aula, senza tentennamenti, nel corso dell’udienza di settembre.
Avvocati
Secondo l’avvocata Antonella Cuccureddu, una delle avvocate che difendono i quattro imputati, la giovane avrebbe affermato che “le due ragazze erano lucide”, mentre il suo collega Vinicio Nardo (assiste Roberta) precisa che “non erano ubriache; entrambe avevano bevuto, ma non avevano tenuto comportamenti che facessero sospettare di non sapersi controllare”. Nel corso delle due udienze, che si sono tenute due giorni di seguito, ‘Roberta’ ha risposto a tutte le domande di accusa e difesa. “Quando mi sono svegliata saranno state le 12.30/13, mi sono alzata e sono andata a cercare ‘Silvia’. Lei era nella prima stanza a destra, nel letto, completamente nuda.
L’ho visto molto confusa e sconvolta e non mi è sembrato che fosse per via dell’alcol perché l’ho vista ubriaca in qualche occasione, ma mai in quello stato. Le ho chiesto più volte cosa fosse successo e lei alla fine mi ha detto “mi hanno violentata”. Chi, le ho chiesto io. E lei: “Tutti””. Parole che la ragazza aveva già messo a verbale quando fu sentita dagli inquirenti. E domani mattina sarà proprio lei, ‘Silvia’, a rispondere alle domande di accusa e difesa. Sarà lei stessa a raccontare quanto sarebbe accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 in Costa Smeralda.
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