Dimenticate coupon, flash sales e piattaforme di comparazione prezzi: lanuova tendenza tra gli “addicted” dello shopping online è il cashback. Un fenomeno nato oltre 10 anni fa negli Stati Uniti e di grande successo soprattutto nel mondo anglosassone ma ancora poco conosciuto e sviluppato in Italia.
In cosa consiste e come funziona? Si tratta di un sistema che permette di “guadagnare” una quota di quello che si spende online in modo piuttosto semplice. In sostanza, il cliente per fare i propri acquisti passa attraverso un sito su cui sono stati raccolti una serie di marchi e shop online che garantiscono un rimborso a chi compra da quella piattaforma. Risultato: il sito guadagna una percentuale sugli acquisti effettuati dall’utente presso uno dei negozi convenzionati e riversa una parte di questo suo guadagno all’utente stesso.
Si tratta di una restituzione reale, in denaro (tramite assegno, bonifico o accredito su conto PayPal), a fronte del raggiungimento di una soglia minima di “accumulo”, che solitamente si aggira intorno ai 50 euro e che, va da sé, ha lo scopo di fidelizzare il cliente. Insomma, l’utente è invogliato a comprare attraverso la piattaforma almeno fino a che non mette da parte una quota: a questo punto potrà riscuotere il suo pagamento e sarà, nella migliore delle ipotesi, soddisfatto del servizio e più che felice di ritornare a usarlo.
In Italia, la prima realtà a importare il cashback nel “lontano” 2008 è stata Bestshopping.com (offrendo fin da subito price comparison e cashback): realtà che oggi può contare su una base utenti di più di 200 mila iscritti e oltre 1000 commercianti affiliati, tra cui Amazon in via esclusiva, oltre a una lunga serie dimarchi e shop online interessanti – da Sephora a Yoox passando per Booking.com e TIM.
Lungo la nostra penisola, 20 milioni sono stati i prodotti venduti finora con questo sistema e oltre 1000 i marchi e negozi che hanno aderito a questa iniziativa.
Un’opportunità per i 21 milioni di utenti italiani che comprano online (fonte: Netcomm) che ad oggi, per risparmiare, si affidano per il 28% a coupon e price comparison, nel 63% dei casi acquistano direttamente dal negozio di interesse, senza provare a cercare forme di risparmio, e solo nel 2,4% dei casi utilizzano il cashback – contro il 18% della Francia e l’11% della Spagna. Una particolarità per una categoria – quella degli e-shopper – dove oltre il 25% dei consumatori viene spinto agli acquisti su siti di e-commerce dalle varie formule di possibile risparmio, esattamente come spagnoli e francesi.
Basandosi sugli ultimi dati NetComm che esprimono un totale acquisti per un equivalente di 23,4 miliardi di euro su 21 milioni di e-shopper – per una spesa media di oltre 1.100 euro a persona – l’attuale percentuale di penetrazione cashback in Italia (4%) consentirebbe un risparmio medio di 50 euro all’anno: dato che, nella realtà dei fatti, si polarizza, alzandosi sensibilmente. Infatti, secondo le statistiche raccolte da Bestshopping sui suoi 200 mila clienti – e-shopper abituali, che fanno spese online per oltre 3.000 euro l’anno – il risparmio medio annuo supera i 150 euro.
Ad oggi, in Italia le categorie che vanno per la maggiore tra coloro che acquistano con il cashbacksono elettrodomestici (33,4%) e viaggi (23%), seguiti da acquisti più variegati nei negozi generalisti come Amazon, eBay, ecc. (19,4%) e abbigliamento (8,3%).