Sulla decisione pesano l’esilio forzato dalla Campania e il veto di Clemente Mastella
Avrebbe voluto scendere per l’ennesima volta nell’agone politico, ma dopo un confronto con il segretario regionale del “campanile”, Giulio Di Donato, Nicola Ferraro ha deciso di desistere e di non partecipare alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Campania. L’esponente casalese dell’Udeur, eletto consigliere nel 2005 con quasi tredicimila preferenze, era fortemente intenzionato a riconfermarsi tra gli eletti a Palazzo Santa Lucia, ma l’ex guardasigilli Mastella, a causa delle disavventure giudiziarie, ha posto un veto sulla sua candidatura. Ferraro, noto imprenditore nel campo della raccolta dei rifiuti grazie alla società che gestisce con il fratello – la “Ecocampania” -, è indagato nell’ambito dell’inchiesta soprannominata “Eco4” ( che vede indagati anche esponenti di spicco del clan dei “casalesi” ), inoltre, è destinatario di uno dei provvedimenti, emessi prima dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ( nel gennaio del 2008, alla vigilia della fine del secondo governo Prodi ) e poi da quello di Napoli ( nell’ottobre dell’anno scorso ), che hanno travolto il partito centrista. Proprio nell’ambito di quest’ultima inchiesta, i Pm della Procura della Repubblica partenopea accusano il consigliere regionale e tutto l’Udeur di aver lottizzato per fini politici e personali l’Arpac, pilotando appalti e alimentando un sistema clientelare che prevedeva anche tutta una serie di raccomandazioni per aspiranti impiegati all’Agenzia per la protezione ambientale della Campania. Nella medesima indagine si faceva riferimento anche ad una porsche cayenne che Ferraro avrebbe acquistato nell’autosalone del boss Tommaso Buttone ( cognato del capoclan della cosca dei “Belforte” di Marcianise ) e regalato al figlio del parlamentare europeo. Ora, proprio a causa dei provvedimenti emessi lo scorso anno, il leader casertano dell’Udeur è costretto all'”esilio” in Puglia, lontano da quello che per anni è stato il suo collegio elettorale. La lontananza, con la conseguenza di dover sostenere una campagna elettorale a distanza, e le gravi accuse che pendono sulla sua testa, avrebbero indotto l’ex ministro della giustizia a non dare il suo placet alla candidatura di Ferraro. Quest’ultimo, suo malgrado, ha accettato la decisione, anche se indiscrezioni parlano di un possibile divorzio tra l’imprenditore casalese e il “campanile”.
Davide De Stavola