Caldoro da giorni chiedeva di chiudere l’accordo con i centristi
e raffreddare sul nascere le velleità di Vincenzo De Luca
Storicamente la provincia di Caserta è sempre stata una propaggine trascurata di quella napoletana. In questi mesi, almeno sul fronte del Popolo della Libertà , quel confuso agglomerato che popola Terra di Lavoro si è preso una grossa rivincita sul più noto centro partenopeo. A Caserta, infatti, si è giocata la partita ( decisiva? ) più importante tra il centrodestra e il centrosinistra. Gli equilibri tra le due parti possono essere rotti soltanto dall’Unione di Centro, che in questa fase rappresenta ( almeno secondo gli addetti ai lavori ) l’ago della bilancia nell’assegnare all’una o all’altra parte la vittoria alla prossima competizione elettorale di fine marzo. Come si diceva, Caserta ha giocato un ruolo fondamentale, infatti, l’Udc subordinava l’accordo per la tornata elettorale alle regionali a quello per le provinciali nel capoluogo di Terra di Lavoro. Pierferdinando Casini, il suo plenipotenziario Lorenzo Cesa e Ciriaco De Mita, avevano posto dall’inizio come condizione la candidatura di Domenico Zinzi all’Ente di corso Trieste, sine qua non i centristi non avrebbero concluso nemmeno quello per le regionali. Dopo un lungo tira e molla, Berlusconi in persona, cedendo alle pressioni che arrivavano da Napoli ( nella fattispecie da Caldoro, Bocchino e la Carfagna ) e non volendo rischiare di giocarsi in malo modo la chance di governare la Campania con un proprio uomo, dopo quindici anni di bassolinismo, ha ceduto. Contrariamente a quanto fortemente voluto dai vertici regionali del partito ( Cosentino e Landolfi ), ha dato il via all’accordo con i casiniani, facendo sì che gli scudocrociati si schierino al fianco di Caldoro nella dura battaglia contro Vincenzo De Luca, ricevendo in dote la candidatura alla Provincia di Caserta per Zinzi. L’atteggiamento del premier ha sancito, di fatto, il commissariamento del Pdl in Campania e ha costretto la nomenclatura vincente ( tutta casertana e contraria all’accordo che prevedeva la clausola: “Zinzi presidente” ) a fare un passo indietro. Proprio per questo in giornata sono arrivate le dimissioni di Nicola Cosentino da coordinatore regionale, dopo un lungo incontro con Berlusconi a Palazzo Grazioli. Intanto, nel dopo elezioni, si potrebbero aprire scenari interessanti per quanto riguarda il controllo del Popolo della Libertà in Campania. Gli addetti ai lavori sostengono che la diarchia sul fronte Casal di Principe – Mondragone ( Cosentino – Landofi ) sia definitivamente tramontata in questi ultimi due mesi e che i nuovi padroni del Pdl saranno i capi-cordata della corrente che vede ai vertici Mara Carfagna e Italo Bocchino.
Davide De Stavola