Nel 2013 si sono registrate 515mila nascite, un record negativo assoluto da 30 anni a questa parte. Pensiamo inoltre che, rispetto al 2012, hanno visto la luce 60 neonati in meno al giorno. Trend demografici a parte, con ovvie considerazioni riguardanti la crisi inevitabilmente contemplate, ci preme sottolineare come tutto l’iter che prevede gravidanza, travaglio e parto sia in Italia fortemente medicalizzato. E cosa c’è di così strano? Qualcuno potrebbe giustamente obiettare. Nulla. Se però ci confrontiamo con un modello sempre più diffuso in alcuni Paesi europei e che prevede il parto in Casa Maternità, arriveremo facilmente alla conclusione che l’ospedale in quel caso non è assolutamente una scelta obbligata. A molti di noi il termine dice poco o nulla, altrove non è così. In Italia ci sono 5 case maternità, in Germania ce ne sono 60, in Inghilterra ci sono i Birth Center, in Francia il governo ha deciso di aprire le Maisons de naissance, ecc.
Ma cos’è una Casa Maternità? La parola “casa” richiama subito l’idea di qualcosa di familiare, in cui poter stare al sicuro, in cui sentirsi liberi, ma anche coccolati. Ed in effetti è questo il principio base che muove questo modus innovativo di gestire la gravidanza. Non parliamo infatti di un semplice “parto casalingo”, ma della possibilità di un vero e proprio percorso che tutela la mamma, ma anche la coppia, lungo tutte le tappe di un periodo così delicato e carico di valenze. Non a caso, la peculiarità più degna di nota della Casa Maternità è la continuità assistenziale offerta dalle ostetriche che vi lavorano. Un’assistenza che non è mai sempre uguale, ma che si adatta alle esigenze diverse delle gestanti, nel pieno rispetto dell’unicità dell’individuo: il tutto dall’inizio della gravidanza fino al compimento del primo anno del bimbo.
Naturalmente l’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità ha pubblicato le linee guida di assistenza al travaglio e parto fisiologico a domicilio e case maternità. Non tutte le donne possono scegliere di ricorrere a questa modalità: un ottimo stato di salute è la condizione basilare. È invece necessaria la struttura ospedaliera nel caso di patologie preesistenti alla gravidanza (diabete, malattie croniche della donna e così via) o comparse nel progredire dell’attesa (come il diabete gestazionale), se la donna ha subito operazioni all’utero, se si portano in grembo dei gemelli e nel caso il feto sia in posizione podalica.