Con buona probabilità potrebbe tornare il cashback di Stato. Secondo le ipotesi allo studio, stavolta, i rimborsi saranno incassati subito tramite l’app IO e saranno riconosciuti soltanto per gli acquisti oggetto di detrazione fiscale (ad esempio le spese mediche e sanitarie) e non per tutte le spese effettuate in negozio pagando con carta invece che in contanti. Il meccanismo punta, in ogni caso, ad agevolare il riconoscimento delle detrazioni.
In vista del ripristino della misura nata per incentivare i pagamenti digitali e ridurre l’utilizzo del contante e pronta a tornare in una veste riveduta e corretta, SOStariffe.it e Confrontaconti.it hanno posto a confronto le principali tipologie di carte di pagamento con l’obiettivo di offrire informazioni precise su costi, vantaggi e limitazioni delle opzioni a disposizione degli utenti.
Cinque strumenti di pagamento a confronto
Lo studio ha preso in considerazione cinque tipologie di carte pagamento: le carte conto con IBAN, le carte di credito a rate, le carte di credito a saldo, le prepagate, e le carte di debito. Per ciascuna carta sono state considerate le variazioni medie di costi e margini di utilizzo: dal canone mensile all’attivazione, dai prelievi ATM alle commissioni POS. Sono, quindi, stati valutati vantaggi e svantaggi.
L’indagine, condotta grazie al comparatore conti e carte SOStariffe.it, disponibile anche tramite app per dispositivi mobili e di quello messo a disposizione da ConfrontaConti.it, si basa sulle condizioni contrattuali delle principali carte in commercio in Italia nel corso del 2022 e punta a “fotografare” tutte le opzioni a disposizione degli utenti per poter pagare senza l’utilizzo del contante.
In generale, nel confronto rispetto al 2021, il costo di attivazione è diminuito fino a scomparire in alcuni casi. Lo stesso vale per le commissioni al prelievo all’ATM dalla stessa banca che ha rilasciato la tessera (fatta eccezione per le prepagate). Il costo per il prelievo da ATM di altre banche non ha subito oscillazioni significative. Anche usare la carta con POS resta gratuito. Per i costi di mantenimento e, in particolare, il canone mensile si registra un andamento non lineare. Alcune tipologie di carte sono oggi più economiche mentre per altre il canone medio è aumentato.
Le variazioni dei costi delle carte di credito rispetto al 2021
Se consideriamo le carte conto con IBAN ci accorgiamo che nell’ultimo anno il canone mensile è sceso del 4,79%. Anche l’attivazione ha un prezzo più basso (-6,54%). Stesso discorso per i prelievi ATM in altre banche e nei paesi del resto dell’Ue. Il punto di forza di questo strumento sono le commissioni ridotte o del tutto inesistenti sul prelievo, che però ha spesso limiti molto bassi.
Anche le carte di credito a rate hanno subito nell’ultimo anno una riduzione del canone mensile pari al 5,6%. Il costo di attivazione non è diminuito, anzi ha subito un incremento (+14,77%). Il principale vantaggio delle carte di credito rate è la possibilità di dilazionare le spese. Tuttavia, i tassi di interesse sui pagamenti sono elevati, al pari delle commissioni sul prelievo.
Rispetto al 2021 le carte di credito a saldo hanno risentito del maggiore aumento sul canone mensile, schizzato alle stelle (+24,36%). Come nella maggior parte delle card analizzate, il costo di attivazione cala, in questo caso fino ad azzerarsi. Questo tipo di tessere ha spesso un plafond personalizzabile, vero punto di forza che offre vantaggi aggiuntivi rispetto alle prepagate. Le commissioni sul prelievo sono spesso elevate per via dell’applicazione di una commissione percentuale e non fissa. Il limite massimo di prelievo giornaliero è aumentato del 25% nell’ultimo anno.
Anche le carte prepagate e ricaricabili, strumenti flessibili attivabili anche dai più giovani senza un conto corrente, rispetto al 2021 hanno ora un costo di attivazione più basso. Sono andate giù anche le commissioni di prelievo dall’ATM della stessa banca e di altre banche, anche all’estero. Queste ultime, tuttavia, restano più elevate rispetto alle carte conto.
Sono da considerare, inoltre, anche le carte di debito. Questo strumento di pagamento ha costi di mantenimento ridotti e anche le commissioni sul prelievo sono, in media, minime. Il canone mensile è davvero contenuto (in media 0,65 euro) ma per l’accesso alla carta di debito è richiesta l’attivazione di un conto corrente che può comportare costi fissi aggiuntivi per il cliente (oltre alla possibilità di sfruttare una serie di vantaggi e servizi extra).
Una tipologia di carta di credito per ogni necessità
Il costo per l’utilizzo della carta di credito con POS è sempre gratuito, per pagamenti in euro, come lo scorso anno. Pertanto, se vogliamo utilizzare la nostra carta di pagamento per ottenere il cashback di Stato è meglio prendere in esame le altre peculiarità di ciascuno strumento. Ogni utente può scegliere l’opzione migliore in base alle proprie necessità, valutando tra le cinque categorie di carte di pagamento analizzate.
I costi di mantenimento più bassi sono registrati dalle carte prepagate e dalle carte di debito (ma in questo caso c’è da considerare il canone del conto corrente abbinato). Per quanto riguarda i prelievi all’ATM, invece, le carte di credito, sia a saldo che a rate, sono svantaggiate dall’applicazione di una commissione percentuale. Per queste operazioni, le carte conto con IBAN risultano le più economiche, seguite dalle carte di debito.
Analizzano i limiti di utilizzo, invece, il plafond mensile più alto viene registrato dalle carte di credito a saldo (dove il plafond è spesso personalizzabile con un conseguente aumento dei costi di mantenimento). Per prelievi di importo consistente, oltre alle carte di credito a saldo, conviene affidarsi alle carte di debito che, in media, hanno un massimale maggiore rispetto alle carte conto e alle prepagate.