Era il 3 febbraio 1957 quando su Programma Nazionale andava in onda per la prima volta il Carosello, un momento pubblicitario di circa dieci minuti, trasmesso ogni giorno poco prima delle nove di sera. Dal detersivo Ava al Digestivo Antonetto, dalla Cynar al lievito Bertolini: alcuni degli spot del Carosello hanno fatto la storia, non solo delle aziende che sponsorizzavano, ma anche della tv italiana.
Il Carosello era strutturato in una serie di minispot, organizzati come brevi sketch divertenti, a volte prodotti in mini-serie coerenti tra loro. Più di sette mila episodi animarono le serate italiane prima che risuonassero le celebri parole «dopo la pubblicità tutti a nanna!», diventando un vero e proprio momento di aggregazione per genitori e bambini, un appuntamento seguito e amato da moltissime famiglie.
L’invenzione del Carosello si deve alla decisione della Rai di istituire un nuovo format televisivo che potesse soddisfare la richiesta di nuovi spazi pubblicitari, in modo che gli spettacoli televisivi non venissero interrotti dagli annunci, così come allora sancito dalla legge. Carosello fu costruito in modo che tutti gli spot avessero una struttura uniforme, divisa principalmente in tre parti:
- il sipario: ogni Carosello si apriva con una sigla musicale ben riconoscibile e con la proverbiale e simbolica apertura di sipario; dopo i primi anni la sigla cambierà, senza mai perdere però in riconoscibilità: celeberrima quella ideata da Luciano Emmer in cui compaiono quattro panorami dalle più iconiche città italiane (il Ponte di Rialto di Venezia, la piazza del Campo di Siena, via Caracciolo a Napoli e piazza del Popolo a Roma);
- il pezzo, ovvero il vero e proprio spettacolo, in cui si metteva in scena uno sketch divertente o istruttivo in cui l’attinenza con il prodotto sponsorizzato era solo accennata, ma mai dichiarata apertamente; di norma questa parte durava circa un minuto e mezzo e si chiudeva sempre con l’enunciazione, da parte del protagonista della storia, di una frase-chiave che segnava il passaggio alla sezione conclusiva;
- il codino, della durata di circa 30 secondi, era il fulcro del messaggio pubblicitario; in questa parte si nominava apertamente il prodotto pubblicizzato e se ne elencavano pregi e utilità.
Nei primi anni andarono in onda costantemente quattro sketch per ogni puntata di Carosello, ma la durata e il numero di spot si diversificarono nel tempo: a partire dal 1960, ad esempio, i pezzi diventarono cinque per ogni Carosello, e per due anni, dal 1974 al 1976, il numero di sketch divenne sei per ogni appuntamento serale. Ogni azienda aveva a disposizione un ciclo di quattro puntate, trasmesse nell’arco di altrettante settimane, differenti ma quasi sempre con soggetto comune.
Furono proprio i soggetti dei singoli spot a fare la fortuna del Carosello: grazie anche alla collaborazione con geniali registi, alcuni personaggi divennero addirittura più popolari dei prodotti che sponsorizzavano. Ecco alcuni tra i più amati e indimenticabili spot che fecero la storia del Carosello.
- Spot della Cynar.
Chiuse la serata inaugurale del Carosello, il 3 febbraio 1957, proprio poco prima di «andare a nanna», la puntata del Il barman, spot pubblicitario della Cynar interpretato da Carlo Campanini e Tino Bianchi. Nello sketch, «il barman di classe si adegua alla personalità del cliente», un eccentrico prestigiatore che vuole bere qualcosa prima di andare in scena con il suo spettacolo.
- Spot del Digestivo Antonetto
Resi immortali dalle interpretazioni di Nicola Arigliano, gli spot del Digestivo Antonetto iniziavano sempre con il motto «un vero uomo non discute: scommette!». Ma le scommesse del suo sfortunato e un po’ goffo protagonista, com’è prevedibile, non andavano mai a buon fine. Ogni puntata si concludeva, infatti, con una ignominiosa sconfitta, e con il conseguente mal di stomaco del povero scommettitore. Per fortuna egli era prontamente soccorso dalla rapida azione del famoso digestivo!
- Spot di Ava Bucato
Chi non conosce il pulcino Calimero, «piccolo e nero»? Con la pubblicità di Ava Bucato nasce nel 1963 un vero e proprio mito, che diventò a breve un simbolo per adulti e per bambini. Con Calimero, nasce anche la non proprio velata polemica sulla discriminazione di chi «è nero» e riesce a trovare una vera accettazione (da mamma chioccia, certo, ma soprattutto dalla società del tempo) solo dopo un’accurata “sbiancatura” a cura del noto detersivo.
- Spot di Bialetti
Forse non quanto Calimero, ma l’“Omino con i baffi” è certamente un altro simbolo intramontabile della pubblicità italiana. Lo spot della Bialetti muoveva i passi da uno degli argomenti più cari al Bel Paese: come fare un ottimo caffè. Da qui, il motto, diventato vero e proprio tormentone, con cui si promuoveva la caffettiera: «eh sì sì sì… sembra facile!».
- Spot di Invernizzi
La breve disamina dei più celebri Caroselli di tutti i tempi non poteva prescindere dal un intramontabile personaggio, ancora oggi nei cuori di tanti italiani: Susanna Tuttapanna, protagonista di una serie di spot andati in onda tra il 1966 e il 1967 per pubblicizzare il formaggio Milione. Sebbene siano stati trasmessi solo 15 episodi, il personaggio della golosa Susanna divenne così celebre da essere trasformato in un vero e proprio marchio commerciale, con tanto si gadget e pupazzi a sua immagine.