Caro Draghi, anzi caro Presidente, le scriviamo perché il suo prodigarsi in questi giorni l’ha portata spesso agli onori della cronaca. Protagonista di vicende sia interne che internazionali. Premettiamo che siamo sempre stati suoi estimatori fin dal suo fatidico «Whatever it takes» che abbiamo sempre interpretato come uno slogan quasi rivoluzionario.
Non ci siamo ricreduti e la stima per la sua competenza, oltre che per il coraggio di essersi impelagato nel governare questa Italia in perenne tempesta fra i flutti, è immutata. Ci sorgono, però, ora delle domande che ci piacerebbe rivolgerle personalmente, ma poiché non possiamo farlo allora le elenchiamo qui di seguito chissà che non le venga voglia di risponderci.
La sua ultima conferenza stampa in cui ci ha aggiornato sui fatti del governo e della sua interlocuzione con il presidente russo con cui ha parlato di guerra e di pace – a quanto ci è dato capire dalle sue parole – è stata molto illuminante circa l’azione di governo in corso e l’intrecciarsi dei fatti e dei rapporti internazionali.
La conferenza stampa di Draghi
Diciamo che i fatti di governo, l’azione di governo vera e propria quella che dovrebbe vedere l’appoggio di tutte le forze che la sostengono sta diventando sempre più articolata e strana perché c’è questo gioco tutto italiano a sfilarsi. Ecco che una volta è il PD che fa una fuga in avanti e gli altri si ritraggono. Poi la Lega ne dice una delle sue e si defilano gli altri e così via.
Quella coesione che ha contraddistinto l’epoca della Pandemia – a proposito ma è finita o no sta Pandemia? – è naufragata sugli scoglie delle quarte dosi che pare proprio non vadano a genio a nessuno e nel momento in cui il Green Pass è decaduto sembra quasi che sia stato un segnale di quelli del famoso film “scatenate l’inferno”.
Ci scusi l’eufemismo, ma qua non si capisce più niente. Sarà perché i livelli di sopportazione sono giunti al capolinea ampiamente; sarà perché siamo passati allegramente dalla Pandemia alla Guerra con tanto di surreale minaccia nucleare. Il bailamme internazionale non aiuta e i problemi interni non solo non aspettano ma s’ingigantiscono e la vediamo sempre affannato a stare dietro a tutto questo.
La linea Draghi
Si è parlato sin dall’inizio della linea Draghi per questo governo che già alla nascita ha evidenziato tutte le proprie pecche estendendosi dalla Lega al M5S passando per P.D. e Forza Italia sempre meno decifrabili e con la “variante I.V.” al suo interno non dimenticando la residuale sinistra italiana più propriamente tale ad esclusione di qualcuno.
La sensazione, fin dall’inizio, è che ad avvantaggiarsi di questo governo sarà solo Fratelli d’Italia che essendo unica forza d’opposizione può fregiarsi appieno di tale ruolo in Italia sempre elettoralmente remunerativo. Non per colpa sua, sia chiaro, caro Presidente ma la realtà dei fatti sembra essere indubitabilmente questa.
Eppure, quale è stata e quale è questa linea Draghi? Durante la pandemia era essenzialmente tenere la barra del timone dritta e “imporre” decisioni soprattutto di buon senso magari con qualche forzatura sulla campagna vaccinale e tutta la bufera Green Pass dove, comunque, bisogna riconoscerle almeno la fermezza.
Adesso invece che fa Draghi?
L’abbiamo condivisa quella fermezza e anche quelle forzature ci sembravano più sopportabili alla luce della salvaguardia della salute pubblica; ma ora sulla guerra quella linea non riusciamo più a comprenderla. Non tiriamo più le fila ma veniamo trascinati, se non addirittura eterodiretti.
La vediamo sempre più appiattito sulla linea dettata dagli alleati d’oltre oceano, meno indipendente e costretto in un gioco delle parti che non le rende giustizia; non rende giustizia alle sue indubbie capacità. Sulla questione dell’invio delle armi all’Ucraina potremmo rifare il discorso delle forzature da Green Pass ma qui la cosa si fa un poco più grave perché quella Guerra che a parole vogliamo concludere in realtà la stiamo foraggiando senza fine.
Non riusciamo più nemmeno ad essere tessitori di trame diplomatiche in cui abbiamo sempre eccelso e sembra non ci ascolti proprio nessuno né in Europa né in ambito NATO. Più che una sensazione una certezza ormai. La nostra richiesta è una sola: si faccia l’Italia interprete e portatrice delle istanze di pace di Papa Francesco.
Presidente Draghi, facciamoci creatori di Pace, costruiamola e smettiamola di fare i cani da riporto. Se questo governo, poi, non tiene più non si accanisca a mantenerlo in vita servirebbe a molto poco, non c’è PNRR che tenga quando la ‘corrispondenza di amorosi sensi’ non c’è più.