S’inaugura nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia la mostra C’est la Vie, personale dell’artista Carlo Migliorini.
L’esposizione è organizzata da Made4Art in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, è curata da Elena Amodeo e Vittorio Schieroni, e presenta una selezione di opere di varie dimensioni che testimoniano la più recente produzione dell’artista.
Si tratta di lavori pittorici dove le geometrie, le linee e i colori, le inclusioni di materiali e di oggetti fondono astrazione a figurazione, Cubismo a Surrealismo, dotte citazioni a ricerca artistica.
Irriverente e colto sperimentatore, Carlo Migliorini – che ha scelto come nome d’arte Sélavy, gioco di parole e pseudonimo utilizzato anche da Marcel Duchamp – conduce lo spettatore nel suo inusuale universo artistico, ricco di riferimenti e omaggi ai grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea, con un approccio ludico e autoironico, che fa emergere tutta la forza e la freschezza della sua creatività.
Osservando attentamente le opere in mostra – scrivono i curatori Elena Amodeo e Vittorio Schieroni nel testo critico di presentazione – si scoprono dettagli inediti, particolari di una personalità diversamente caratterizzata, che fonde e supera i capisaldi della storia dell’arte, elaborando un linguaggio nuovo, colto e raffinato.
Scoprire il Migliorini artista è una sorpresa e un piacere visivo e mentale, come sfogliare un libro di storia dell’arte completamente rinnovato e ricco di spunti inediti e inaspettate rivelazioni.
Il Novecento fa capolino dalle sue opere con tutti i colori, le forme, le geometrie, le lezioni che è stato capace di impartire trascinando l’arte a un punto di non ritorno e a infiniti modi di produrre creatività.
L’arte non nasce dal nulla, da sempre è frutto dell’insegnamento di un passato assimilato, rivisto ma anche affrontato di petto e alla fine superato.
Migliorini mastica questi elementi fondamentali, li rielabora attraverso il proprio carattere e la propria personalità, attraverso la propria fantasia, lasciando il compito a Sélavy di dare vita alla sua personalissima idea di arte.