La notizia del cancro di Carlo III d’Inghilterra ha scosso l’intero Regno. E’ stato lo stesso re a volere una comunicazione trasparente “per prevenire speculazioni e nella speranza che possa aiutare la comprensione pubblica per tutti coloro che nel mondo sono affetti da cancro” come si legge nel comunicato ufficiale. Gli impegni reali saranno rispettati per quanto possibile ma non si esclude che la situazione generale cambi e che il sovrano debba in qualche modo cedere lo scettro. Le ipotesi sul futuro del Regno Unito, se Carlo non dovesse essere più in grado di svolgere le sue funzioni, sono due: l’abdicazione o l’attuazione del Regency Act.
Carlo III d’Inghilterra abdicherà?
Non è trascorso neanche un mese dal 14 gennaio, quando l’83enne regina Margherita II di Danimarca ha annunciato la sua intenzione di abdicare in favore del figlio Frederick. Gli acciacchi dell’età sarebbero stati il motivo di questa decisione. A poche settimane di distanza, con l’insorgere di seri problemi di salute, più di un osservatore ritiene che re Carlo dovrebbe fare altrettanto. Dovrebbe abdicare in favore del figlio William che, tra l’altro, sembra pronto all’incarico.
In Europa sono stati sette i sovrani che hanno abdicato mentre nel Regno Unito si è verificato un solo caso prima. Nel 1936 Edoardo VIII abdicò in favore del fratello Albert per sposare una donna divorziata. Albert salì al trono col nome di Giorgio VI, il nonno di re Carlo.
Cosa sono i Regency Act
Nel caso in cui il sovrano non voglia percorrere questa strada, si potrà ricorrere ai Regency Act. I Regency Act sono atti emanati dal Parlamento britannico nel caso in cui il sovrano non possa esercitare la sua carica. Tali atti si adottano quando:
- il monarca è reso incapace di governare da una malattia fisica o mentale
- quando sale al trono ancora minorenne
- quando è il primo in linea di successione e ancora minorenne
Nel 1811, per esempio, re Giorgio III fu dichiarato in capace di regnare dopo che fu nuovamente colto dalla malattia mentale in seguito alla morte della figlia Amelia. Le sue veci furono fatte dal primogenito Giorgio, principe di Galles, fino al 1820. Quell’anno il monarca morì e il reggente/erede salì al trono.
Quanto alla terza ipotesi, la storia conta diversi casi anche piuttosto recenti. Quando nel 1936 salì al trono Giorgio VI, la sua presunta erede, la principessa Elisabetta, non aveva ancora compiuto 18 anni. Fu, pertanto, necessario redigere un Regency Act. In quell’occasione, in realtà, fu cambiata l’intera normativa. Da allora in poi fu stabilito che il reggente fosse un erede della corona, di età superiore a 21 anni e che fosse suddito britannico.
Un nuovo Regency Act, l’ultimo in ordine cronologico, risale a più di settant’anni fa, a quando nel 1952 salì al trono Elisabetta. A quell’epoca, il primogenito Carlo (attuale re), primo in linea di successione, era ancora minorenne. In quell’occasione fu stabilito che la funzione di reggente sarebbe stata assunta dalla sorella della regina, la principessa Margaret.
Cosa potrebbe accadere oggi
Nel 2022 la legge sul Regency Act è stata ulteriormente modificata prevedendo che la reggenza sia assunta dai “Counsellors of State“, scelti tra i membri della famiglia reale. Nel caso in cui re Carlo fosse dichiarato inabile a governare, i reggenti avrebbero dovuto diventare: la regina Camilla, il principe William, Harry, Andrea e la sua primogenita Beatrice. Alla morte della regina Elisabetta, Carlo ha chiesto al parlamento di aggiornare la lista dei Consiglieri di Stato includendo anche il principe Edoardo e la principessa Anna. Una scelta imposta dal forzato allontanamento di Harry e Andrea, coinvolti in recenti scandali.