Persone affette da disabilità, malati gravi e meno gravi o semplicemente chiunque abbia bisogno di sostegno e assistenza, per motivi di diversa natura e più generalmente per diminuzione o perdita di autonomia. Tutte queste categorie, in misura sempre crescente, hanno a che fare quotidianamente con i caregiver. Il termine di matrice anglosassone è ormai entrato ampiamente nell’uso comune e va a designare una figura per certi versi controversa, visto che i diritti attualmente sono tutelati in diversi paesi europei, come Francia, Spagna, Gran Bretagna e Grecia, ma non in Italia.
L’assistenza meramente fisica si fonde con il supporto psicologico che deve farsi costantemente forte della capacità di infondere ottimismo e speranza. Questo significa che il caregiving si estrinseca non solo nella cura quotidiana dell’assistito (dai trasporti alle faccende domestiche alla gestione delle terapie) ma anche in un ausilio che possa garantire al malato: le opportune relazioni sociali, capacità di fare valutazioni, e a volte scelte, sulle cure e un certo grado di attività, fisica e mentale.
L’attività dei caregiver, difficile e destabilizzante, pone dunque l’esigenza di valutare di queste figure bisogni e situazioni peculiari: una valutazione appropriata delle caratteristiche individuali e del rischio stress (predisposizione a stati depressivi) consentirà un’opportuna pianificazione di interventi sociali, clinici e riabilitativi ad personam.
Mostrando profonda sensibilità nei confronti di questa tematica, Exposanità, mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza (Bologna, 18-19-20-21 maggio), ospiterà il convegno “Caregiver familiare, risorsa chiave nell’integrazione sociosanitaria e nella cura a lungo termine”, organizzato dalla cooperativa “Anziani e non solo”, la quale si batte da sempre per i diritti dei caregiver. Così la direttrice Luciana Ligabue, sottolineando la recente proposta di legge per riconoscere il ruolo di chi si prende cura di un proprio caro: “E’ essenziale, oltre al percorso legislativo, continuare l’azione di ascolto e confronto con i familiari, gli operatori professionali, i volontari, gli enti locali“.
Vogliamo concludere con 20 suggerimenti stilati dal Moores Cancer Center di San Diego, e riportati da AIRC, rivolti rigorosamente ai caregiver al fine di salvaguardarne la salute il più possibile.
- Concedere a sé e al malato il tempo per adattarsi alla diagnosi.
- Cercare di guardare al futuro cogliendo i segnali positivi e non solo quelli negativi.
- Ricordarsi che servono pazienza, flessibilità, coraggio e ironia.
- Comunicare in modo pieno e sincero con il malato.
- Programmare attività di evasione dalla routine medica, come una cena fuori.
- Parlare del futuro: la speranza è importante.
- Apprezzare il fatto di scoprire capacità interiori spesso insospettate.
- Scegliere se delegare parte delle responsabilità ad altre persone vicine, per esempio per quanto riguarda la comunicazione verso amici e conoscenti.
- Ricordarsi che il compito è complicato e che spesso ci vuole aiuto, che va cercato attivamente e non atteso.
- Partecipare alle visite mediche per comprendere bene la situazione.
- Organizzare il tempo con impegni fissi, settimanali e mensili.
- Aiutare il malato e se stessi a mantenere le proprie abitudini quotidiane; ricordarsi di mangiare e di avere cura di sé.
- Concedere spazio anche alle emozioni forti, parlarne con un amico o con uno specialista.
- Praticare attività antistress quali lo yoga e la meditazione.
- Concedersi ogni tanto una vacanza, affidando eventualmente il malato a familiari o persone professionalmente preparate per occuparsene.
- Ammettere di dover modificare in parte la routine, pur cercando di mantenere le abitudini, e ricordarsi che lo si fa per amore del malato.
- Appoggiarsi a gruppi di supporto (anche online, purché affidabili), se necessario.
- Prendere tempo per se stessi, per svolgere un’attività gradita o per non fare nulla.
- Guardare film e spettacoli divertenti; il buonumore ha effetti sorprendenti.
- Concedersi un supporto religioso se lo si desidera.